Regia di Federico Fellini vedi scheda film
L’inizio è un preludio di Amarcord: una sera il Federico bambino vede montare il tendone di un circo, poi assiste a uno spettacolo e si spaventa (anziché ridere) davanti ai pagliacci, che gli ricordano i personaggi bislacchi e pazzoidi del suo paese. Il resto del film è un making of di sé stesso: Fellini sta realizzando un documentario, fa visita a Liana Orfei (con cameo di Anitona Ekberg), va a Parigi a fare alcune interviste e a compiere ricerche in cineteca. Quella che viene fuori è una carrellata sempre più spettrale su un mondo di fantasmi: vecchi sopravvissuti, ricordi lontani, pellicole sbiadite. Nulla di gioioso, come aveva intuito il bambino: il circo era una forma di spettacolo già moribonda nel 1970 (figuriamoci ora) e le scenette a cui assistiamo non divertono affatto, ma hanno la malinconia delle cose passate. Così la degna conclusione è un funerale, alla fine del quale l’augusto e il clown bianco, protagonisti di tante schermaglie, si allontanano insieme.
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