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Allied - Un'ombra nascosta

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Allied - Un'ombra nascosta

di Piace91
8 stelle

Un film dal sapore meravigliosamente classico, tessuto con garbo ed estrema cura del particolare. Si comincia a Casablanca, nel 1942, e si continua a Londra nel proseguo della Guerra. Zemeckis spazza via qualsiasi dubbio su di un'eventuale tributo all'iconica pellicola americana e mette le cose in chiaro fin da subito: siamo a Casablanca, nel '42 e qui inizia una storia d'amore. Una scelta del genere significa camminare sui carboni ardenti, tirarsi la zappa sui piedi, aprire la porta a mille critiche aggiuntive, ma Zemeckis, da grande regista qual è, non si brucia per niente. La sua creazione vive di vita propria. Gli attori sono bravi e coinvolgenti, le scenografie sono meticolose, di quelle location che ti avvolgono la vista e la mente; il ritmo si mantiene generalmente blando, non intaccando la godibilità delle due ore secche di proiezione, caratterizzate da alcuni picchi di azione che capitano sempre al momento giusto. La regia è dosata e lineare: la mano del regista sa quando intervenire (ci sono almeno due scene meravigliose in cui la macchina da presa diventa essa stessa attrice) e quando accompagnare la scena in silenzio.

 

E' un film sentimentale, che si mischia con lo spy-movie veccho stile, il film di guerra e il thriller. La sceneggiatura non sbava, la scrittura è di livello. Sicuramente patinato e in equilibrio sul posticcio, Allied sa però mantenere una grazia da film d'altri tempi pur essendo di fatto modernissimo. I protagonisti sono spie e assassini freddissimi, che si abbandonano a emozioni vere e passioni pulsanti rappresentate benissimo nella loro evoluzione. Scene d'amore si mischiano al sangue (che è presente, sgorga: un punto in più, Bob!) e agli spari in un'amalgama vincente. E dopo tutto questo gran fiorire di contraddizioni e generi mescolati, arriva anche una rivelazione da un alto grado dello spionaggio britannico e da lì in poi inizi a bramare informazioni. Nonostante tu sappia già nella tua testa cosa Zemeckis abbia escogitato per il finale, aspetti ogni indizio e snodo di trama con trepidazione. Davvero tanti ingredienti, ma il risultato li incorpora uno ad uno e rende loro giustizia.

 

Niente da dire, Zemeckis è un sarto raffinato. Poteva saltar fuori il vestito di Arlecchino, invece in vetrina va un abito elegante, garbato, pomposo al punto giusto, che si accosta alle grandi case di moda del passato, senza perdere di personalità. 

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