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The Disaster Artist

Regia di James Franco vedi scheda film

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La recensione su The Disaster Artist

di Tiaz gasolio
8 stelle

The disaster artist – La Recessione.
Ci sono film, o presunti tali, di cui nemmeno La Recessione ha mai osato parlare. Uno di questi è The Room, un film prodotto, interpretato e scritto dal misterioso Tommy Wiseau, un uomo che, come il grande Sylvester Stallone, aveva un’idea in testa e non voleva demordere. Il risultato è stato il sopra citato The Room, un film talmente di merda, ma talmente di merda da dare quasi un nuovo significato a questa parola. Avevamo sempre rifiutato di recessirlo perché è un film talmente brutto che, quando lo si guarda, si è catturati dalla visione con quel misto di noia, curiosità e autoflagellamento che possono causare un film di Jodorowsky o un cinepanettone, uno smarrimento elevato ci ha sempre lasciati senza niente da scrivere. O, più semplicemente, ne avevano parlato così tante persone che ci sembrava inutile ribadire ancora una volta che The Room è una merda rivoluzionalmente totale. Al fianco di Wiseau in quest’avventura c’era il giovane Greg Sestero, modello e aspirante attore, ma soprattutto autore del libro da cui è stata tratta la sceneggiatura di The Disaster Artist. Nella pellicola troviamo James Franco che da subito ci lascia bocca aperta per come è riuscito a entrare nei panni di Wiseau, interprete perfetto della sua apatica espressività post ictus o da pino marittimo che solo il protagonista di The Room era riuscito a portare sullo schermo. Al suo fianco il fratello Dave Franco nei panni del giovane amico Greg, ovvero la persona che ha creduto alle parole di uno strambo psicopatico che crede di essere un teenager, senza pensare “quest’uomo mi vuole violentare?” È questo il pensiero che ci pervade per una buona mezz’ora dall’inizio del film, ma veniamo a scoprire che Wiseau è sì un pazzo che non vuole far sapere la sua età e da dove vengano i suoi soldi, ma ama veramente quello che sta facendo, anche se in realtà non sa bene cosa stia facendo. Accantonati i pensieri di violenza anale e scandali eventuali, seguiamo l’amicizia tra i due protagonisti stupendoci scena dopo scena di quanto i loro intenti siano sinceri malgrado i risultati. Franco sceglie di riscrivere molte scene del film sfruttando dialoghi che fanno il verso alla pellicola The Room, riuscendo a sfruttarli quasi come degli easter egg che anche gli spettatori non molto preparati riescono a cogliere; non solo, nella parte finale del film propone dei reshoot delle migliori/peggiori scene del film originale senza essere troppo scontato ed addirittura riuscendo quasi a convincerci che The Room sia un film da vedere. Cosa che ovviamente vi raccomandiamo anche se, dopo aver visto The disaster artist, rimarrete un po’ delusi dalla merda che avrete sotto gli occhi. In conclusione, James Franco riesce in quello in cui il protagonista non è mai riuscito, cioè: produrre, dirigere ed interpretare un film premiato ad Hollywood.

per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione
#larecessione

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