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A Quiet Passion

Regia di Terence Davies vedi scheda film

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La recensione su A Quiet Passion

di supadany
8 stelle

Tff 34 – Festa Mobile.

Terence Davies non è quello che si usa definire un regista prolifico, ma A quiet passion è una piacevole eccezione dato che vede la luce solo un anno dopo Sunset song, presentato anch’esso al Festival di Torino.

I tempi stretti però non hanno inficiato sulla qualità dell’opera, che anzi si candida ad essere ricordata tra le migliori del regista britannico.

Fin da giovane, Emily Dickinson (Emma Bell) mostra un animo ribelle, poco incline a chinare il capo di fronte alle regole, per le donne del suo tempo molto stringenti. Una volta cresciuta, Emily (Cynthia Nixon) mostra sempre più il suo talento nel comporre poesie, mentre imperversa la Guerra Civile e il clima familiare diventa sempre più rigido.

Anche la salute non sarà dalla sua parte.

 

Cynthia Nixon

A Quiet Passion (2016): Cynthia Nixon

 

Un biopic di oltre due ore senza minuti in eccedenza è un piccolo miracolo. Chiaramente, la figura della poetessa Emily Dickinson si presta perfettamente alla causa, ma indubbiamente l’ottimo lavoro d’insieme di Terence Davies è stato fondamentale.

Già dall’inizio, non si perde tempo a vanvera, l’introduzione è affilata, con lo scontro frontale tra la rigidità imposta dalla società e lo spirito di ribellione di una giovane donna, ancora in formazione ma già pienamente cosciente.

È solo il primo passo, ma già traccia un solco, ci ritroviamo alle prese con la figura femminile costantemente repressa e anche per questo il contrasto con tutto e tutti della protagonista è costantemente acceso, scena dopo scena.

Merito di una scrittura intelligente, abbinata a una messa in scena elegante, ma non sempre solo soffocante, e una regia che agglomera parecchio materiale, creando un ritratto spigoloso e brillante, in buona sostanza di pura classe.

I dialoghi sono importantissimi, sofisticati, ma anche facilmente assimilabili e mai inutilmente docili; sullo stesso livello viaggiano una serie  di concetti intrinseci, tra l’ispirazione artistica, la differenza di posizionamento dell’uomo e della donna (vedi già il tradimento del fratello), la poesia come confronto con l’eternità e l’interpretazione della fede che può arrivare a creare vincoli immotivati.

Tutto all’insegna più che della perfezione stilistica - ricerca comunque presente e distintiva del miglior cinema di Terence Davies - della coordinazione tra le componenti, di una narrazione fluida, ma vivace, adeguata per scandire le differenti pagine di una vita intera.

Anche il cast funziona al meglio; svetta Cynthia Nixon, incredibilmente ispirata e in dicotomia accentuata rispetto ai suoi pregressi in Sex and the city, il grande Keith Carradine è inappuntabile, mentre Jennifer Ehle, Jodhi May (ve la ricordate in L’ultimo dei Mohicani?) ed Emma Bell, formano un trio femminile particolarmente attento.

Dunque, tutto induce a valutare molto positivamente A quiet passion, capace di giocare di sponda con i versi poetici, variando i toni - dal caldo intenso, al freddo, dall’acuto al funebre, in accordo con il ciclo vitale che porta la cartina tornasole a virare verso il peggio – senza mai perdere né la mira, né il controllo fino a una conclusione solenne.

Un regista in formissima, per un film impegnato e doloroso, ma anche vivace e sempre equilibrato.

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