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Paradise Beach: Dentro l'incubo

Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film

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La recensione su Paradise Beach: Dentro l'incubo

di LuigiSantomauro
9 stelle

Il regista ci delizia con un vero e proprio ritorno ai classici Survival Shark Movie. L'ultimo tentativo di riportare sul Grande Schermo il famelico Squalo è stato nell'ormai mal riuscito "Bait 3D" e Jeaume C. Serra riesce a reinventare un genere che, col passare del tempo, è sprofondato nell'abisso del Trash più totale portandoci perle ignoranti come i vari "Mega Shark" e "Sharknado". Le pellicole di questo genere, in questo periodo, sono sempre verdi e mai stanche. Di certo non manca sia Drammaticità che Thriller. La regia di Serra è ricca di inquadrature ricercate con movimenti di macchina strabilianti. Spesso e volentieri si utilizzano dei Grandangoli, per mostrare interamente l'inquadratura, e i primi/primissimi piani per rappresentare la claustrofobia e la prigionia nell'immenso mare cristallino. Un po' fuori luogo sono i rallenty sfruttati malamente. La sceneggiatura, oltre a essere originale, è estremamente avvincente rendendo il film più che un classico film di Squali un vero e proprio Survival Movie che intrattiene e tiene lo spettatore incollato alla sedia. E' quasi del tutto sprovvisto di dialoghi, il che è non è un male, per dare più risalto alla dote recitativa drammatica della più che buona Blake Lively. La fotografia è decisamente vivida e accesa durante le sequenze diurne e cupa e dark nelle sequenze notturne. Il montaggio è abbastanza rapido rendendo il ritmo veloce e coinvolgente. Le musiche di Beltrami sono, a dir poco, azzeccate e ricche di suspense rendendo le sequenze d'azione a cardiopalma. Meravigliose le scenografie Australiane che condiscono e appreziosiscono la pellicola di paesaggi mozzafiato. Buoni gli effetti speciali del gigantesco squalo bianco, che appare visibilmente falso ma molto realistico. Unica nota negativa: il titolo italiano adattato malamente quando il titolo originale è semplicemente "The Shallows" traducibile fedelmente come "Le secche" o "Acque basse". Era preferibile utilizzare il titolo originale nella distribuzione italiana. Insomma, una pellicola che potrà essere amata dai cultori di questo genere, che si spera in una rinascita.

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