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Doctor Strange

Regia di Scott Derrickson vedi scheda film

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La recensione su Doctor Strange

di M Valdemar
6 stelle

 

locandina

Doctor Strange (2016): locandina

 


Doctor Strange. Un altro stupido supereroistico, un'altra stupida marvelata?
No, semmai l'ulteriore conferma che, quanto più si è distanti dalla classica, regolare, inscalfibile recinzione del pallosissimo 'universo condiviso' e delle sue fasi del piffero, tanto più esistono concrete possibilità di realizzare qualcosa di interessante, pur nell'ottica del blockbuster nell'epoca d'oro dei supereroi sul grande schermo.
Proprio, guarda caso, come accaduto per Guardians of the Galaxy, Deadpool e Ant-Man.
Certo aiuta avere per protagonista un autentico asso come Benedict Cumberbatch (ma orribile la voce italiana nella versione doppiata! Suggerimenti, magie, porte inderdimensionali nel quale spedire i responsabili di tal misfatto?), in grado di entrare istantaneamente nell'immaginario e nei favori del pubblico; aiuta anche avere gente tipo Mads Mikkelsen e Tilda Swinton con i quali farlo interagire - magnificamente, ça va sans dire -; per quanto ciò, all'interno della mastodontica cupola di Casa Madre, possa effettivamente contare.
Quello che conta, in fondo, è la resa spettacolare, la solleticazione del divertimento.
L'altalenante, difficilmente inquadrabile, Scott Derrickson - nel curriculum i validi The Exorcism of Emily Rose e Sinister, i pessimi Liberaci dal Male e il remake di Ultimatum alla Terra -, certo non un autore, riesce nel compito di dare forma compiuta all'anima fantasiosa, psichedelica, invero tendenzialmente stramba, del Doctor Strange, personaggio minore della stessa galassia degli Avengers.
Narrativamente e contenutisticamente elementare - si raccontano le origini del personaggio, con tutto il corredo di tappe obbligate, topoi e climax prevedibili e immancabili -, il film si poggia, oltre che sulla innegabile qualità attoriale, sulla capacità di creare intrattenimento non idiota (l'ironia è più sottile e credibile dei canoni Marvel) né caricato di inutili, pesanti fardelli e risvolti in stile «da grandi poteri derivano eccetera» ...
Dopotutto - ed è l'intuizione migliore - il salvataggio certo rumoroso dall'inevitabile Apocalisse quotidiana portata dal solito cattivone a cui hanno rubato le caramelle avviene nella sostanziale inconsapevolezza del mondo dei normali umani (ma naturalmente le cose cambieranno già dalla prossima avventura).
Di stregonerie, di cose "magiche" e "mistiche", racchiuse in dimensioni normalmente invisibili all'occhio umano, si parla: questo permette la felice fuga del film in sequenze, altamente spettacolari ed elaborate sebbene nient'affatto originali, in lunghi intermezzi coloratissimi, lisergici, avvolgenti (per una volta, il 3D, seppur sempre di conversione si tratta, ha un'ottima resa).
Tra queste, il viaggio dell'ancora scettico, arrogante, insensibile Doctor Strange tra i mondi del multiverso, i combattimenti tra strutture ed edifici "inceptoniani", lo scontro risolutivo tra Cumberbatch e Mikkelsen mentre gli eventi si riavvolgono all'indietro causa stregoneria spaziotemporale (il tempo, la ricerca dell'immortalità, sono tra i temi del film: buona l'idea peraltro del loop temporale nel quale Strange rinchiude Dormammu, la potente entità della dimensione oscura visualizzata da una faccia gigante che pare il Deus Ex Machina di Matrix Revolutions).
Un uso ovviamente massiccio di effetti speciali digitali e CGI che però almeno hanno un senso coerente e permettono una configurazione visiva innegabile. Il resto come da copione, inclusi il superamento della propria ristretta visione e dunque la scoperta identitaria, relazioni amicali e sentimentali (ecco, purtroppo relegata a margine Rachel McAdams), cameo di Stan Lee, e le scene sui titoli di coda.
Classica, evitabile quella post - si prefigura il prossimo villain -, gustosissima quella a metà che vede coinvolto uno degli Avengers.

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