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Civiltà perduta

Regia di James Gray vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Civiltà perduta

di maurizio73
6 stelle

Cinema d'avventura antispettacolare e di impostazione decisamente classica, questa biografia romanzata di un misconosciuto esploratore britannico d'inizio secolo, si mantiene lontana dalle tentazioni agiografiche del best seller da cui è tratto e punta all'epica minimalista di una età dell'oro di un romanticismo scientifico ormai al tramonto.

Iniziata con una spedizione cartografica al confine tra Bolivia e Brasile per conto della  Royal Geographical Society, l'avventura amazzonica del maggiore inglese Percy Fawcett si trasformerà presto nella ossessione di una vita dedicata alla ricerca di una leggendaria civiltà precolombiana nel bel mezzo della foresta pluviale. Diviso tra gli affetti familiari, le responsabilità di ufficiale durante la Grande Guerra e la sua passione per la ricerca archeologica, partirà nel 1925 insieme al figlio Jack per un'ultima missione da cui non farà mai più ritorno.

 

locandina

Civiltà perduta (2016): locandina

 

Cinema d'avventura antispettacolare e di impostazione decisamente classica, questa biografia romanzata di un misconosciuto esploratore britannico operata da un autore americano che gira come un inglese, ha il merito di mantenersi lontana dalle tentazioni agiografiche del best seller da cui è tratto e di puntare all'epica minimalista di una età dell'oro di un romanticismo scientifico che si vuole giunto al suo inevitabile tramonto. Sgombrato il campo dalle smanie di una ricostruzione filologica di difficile riduzione cinematografica e recuperandola invece sul versante di un'accurata composizione d'ambiente, il film di Gray traduce la vena mistica di un Indiana Jones d'inizio secolo nella personale ossessione di una rivalsa sociale che fa la spola tra il deserto verde di un bioma a produttività zero e l'ostilità classista di una civiltà occidentale di aridi rituali marziali, proiettando la naturale pulsione dell'uomo verso la scoperta dell'ignoto nel sogno senza speranza di una mitica El Dorado destinata a rimanere tale. Certo un po' schematico nell'alternanza tra gli scenari che ripropongono vita familiare, consessi accademici, esercitazioni militari e spedizioni nel folto della foresta, il film si riscatta nell'eleganza di un linguaggio cinematografico che sa parlare al cuore ed alla mente dello spettatore di misurate disillusioni personali, di vicende fuori dal tempo che esaltano il valore delle persone e dell' insondabile mistero delle effimere civiltà dell'uomo destinate, come la mitica civiltà postrema cercata da Fawcett, ad essere inghiottite per sempre dall'oblio del tempo e dal rigoglio arborescente di un mondo che si dimenticherà presto o tardi anche di loro. Non ostante le lungaggini di uno script cui fanno seguito ben 140 minuti di montato, di un ritmo compassato che richiede un'alta soglia dell'attenzione e di alcuni riempitivi che divagano dal corpo principale del racconto (le smanie protofemministe della signora Fawcett, i contrasti sul campo e a mezzo stampa con il pavido Murray, perfino la parentesi di una trincea con tanto di rendez-vous spiritista e tavoletta Ouija), è un film che si regge bene sulla qualità delle caratterizzazioni, lo spessore dei dialoghi ed il fascino romantico delle atmosfere; ben servito in questo dalla splendida fotografia di Darius Khondji e dall'ottimo cast che vede gareggiare in bravura Charlie Hunnam (che ha sostituito provvidenzialmente tanto il produttore Brad Pitt quanto l'indisponibile Benedict Cumberbatch), un barbuto ed irriconoscibile Robert Pattinson ed una radiosa e affascinante Sienna Miller. Girato (con tutte le difficoltà ed i costi del caso) in 35 mm e presentato al New York Film Festival 2016 e fuori concorso al Festival di Berlino 2017, ha riscosso al momento più successo di critica che di pubblico.

Ai posteri, mai come in questo caso, l'ardua sentenza.

 

 

... La Z la raggiunge solo una persona per ogni generazione. ...
Quanti uomini tra mille milioni, si chiese, dopotutto arrivano alla Z? Sicuramente il comandante di una truppa d'assalto può farsi una domanda del genere e rispondere, senza tradire gli uomini che lo seguono, "Forse uno" . Uno in una generazione.

 

To the Lighthouse - Virginia Wolf

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