Regia di Michael Cimino vedi scheda film
"Mescola abilmente commozione e crudeltà" (Mereghetti); non mi pare un merito e l'abilità semmai consisterebbe nel non farlo rilevare; in realtà resta una costante sensazione di falso e compiaciuto (che potrebbe anche costituire il tema ispiratore di un film, come avviene, in modi diversi, per esempio in La morte corre sul filo; ma non è questo il caso). Ma forse è sentita e "vera", anche se inconsapevole, la denuncia dell'umanità intera, America e Vietnam, amici e nemici, combattenti e burocrati, uomini e donne, accomunati in una violenza gratuita di tutti e di ognuno, in tutti i modi, anche con il sesso o i sentimenti. Il "vitalismo" dell'America è ben noto, ma non è rintracciabile in questo finale, dove semmai c'è tutta l'amarezza di chi solo di fronte a vistosi fallimenti riconosce la menzogna delle parole del canto, "America dolce casa", con cui forse Cimino intendeva davvero dare un segnale di ottimismo... Compiaciuto e calligrafico come Visconti, e con le stesse ambizioni di giudicare una società (di cui, ignaro, condivide i difetti).
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