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The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo

Regia di Nate Parker vedi scheda film

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La recensione su The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo

di gaiart
7 stelle

di come sia piccolo l'uomo...specialmente se bianco

BIRTH OF A NATION

 

Facce intelligenti, occhi bianchi che si stagliano nell’oscurità del nero, intervallate al bianco del cotone nei campi, anime potenti. Con una fotografia eccellente, un cast scelto con cura fin dal piccolo protagonista Nat, unico in grado di leggere nel profondo sud degli Usa dove si svolge la storia, viene messa in piedi una realtà da molti ignorata, dimenticata, persino dai libri di storia.

Parliamo della storia particolare di un uomo, della schiavitù del popolo africano, delle torture, i soprusi fisici, morali, sessuali, economici a cui questi potenti esseri umani hanno dovuto sottomettersi per molti anni.

Qui siamo nel 1831, prima dello scoppio della Guerra civile. Nat è uno schiavo letterato e predicatore. Il suo proprietario Samuel Turner decide di sfruttarlo ulteriormente per sottomettere anche altri schiavi, specie quelli più indisciplinati. Birth of a nation narra una storia tristemente vera.

Dopo innumerevoli atrocità commesse ai danni dei compagni di schiavitù, Nat escogita un piano per condurre la sua gente verso la libertà. Il suo movimento di liberazione andrà però incontro a una violenta rappresaglia da parte dei bianchi che porterà morti e ulteriore dolore, ma fungerà da scintilla per la ribellione, i dibattiti sulla razza e la liberazione finale dal giogo.

Il film ha un buon ritmo e si colloca nella tradizione di pellicole come 12 anni schiavo e Lincoln, ma risulta più intenso, meno lento e banale, a parte qualche ingenuo cedimento.

Proprio per questi va anche ricordato che è un’opera prima di Nate Parker, regista e attore protagonista, che ha visto lungo e ha creduto nel progetto, dato ed è stato prima prodotto in maniera indipendente in cantiere da molti anni, prima di riuscire a rivenderlo durante il Sundance Film Festival 2016, alla Fox Searchlight Pictures per 17,5 milioni di dollari, una delle cifre più alte mai pagata da una major per portare in sala un film indipendente.

Non solo per i costi, ma per la potenza del film, calibrata agli eventi di nuova violenza negli Usa verso gli afroamericani, o all’ipocrisia di chi mistifica la religione che fa da sfondo in tutto il film e nella vita, ieri come oggi, creando tanti danni e una distorsione d’interpretazione delle sacre scritture estremamente attuale, il film va visto per rendersi consapevoli di uno scempio che deve divenire irripetibile per l’umanità bianca, ma che ahimè sembra sempre e ancora una volta non capire dove sbaglia.

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