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Zeta

Regia di Cosimo Alemà vedi scheda film

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La recensione su Zeta

di mc 5
8 stelle

Non l'avrei mai e poi mai detto. Questo filmettino a cui mi sono approcciato perchè in quel momento non c'era altro d'interessante che meritasse una visione e che immaginavo alla stregua d'un musicarello, mi ha invece riservato una sorpresa piacevolissima. Un film -nessuno ne dubitava- rivolto soprattutto ad un pubblico di adolescenti. Ma dotato di qualità che vanno ben oltre lo spirito rap-ribelle implicito nella confezione di (sottotitolo) "Una storia hip hop". Devo prima di tutto esprimere una riflessione del tutto personale. Poche settimane fa avevo visto un altro film che, certo, vabbè, era assai diverso (sto parlando di "Un bacio" diretto e scritto da Ivan Cotroneo) tuttavia raccontava del disagio di una generazione, dei valori che crollano, delle difficoltà coi genitori, insomma ci siamo capiti credo. Ebbene anche questo "Zeta" affronta tematiche affini (ancorchè con stile differente) e mi è venuto facile e spontaneo accostare le due esperienze. Per me recensire l'altro film non fu facile perchè mi aveva quasi disgustato e quando ho trovato il coraggio di scriverlo sono stato massacrato da chi invece lo aveva apprezzato. Con una aggressività tipicamente adolescenziale, peraltro, e questo lo deduco dalla formulazione di critiche (alle mie opinioni negative) evidentemente di stampo piuttosto acerbo e infantile. Detto ciò, non posso che ribadire quanto già espressi in quella sede. "Un bacio" aveva due protagonisti maschili (la ragazza era anche bravina tutto sommato) a mio avviso titolari di una recitazione totalmente imbarazzante ed inadeguata, per non parlare poi dei rispettivi genitori anch'essi attori ridicoli e macchiettistici. Nel caso di "Zeta" le cose stanno molto diversamente. Ma credo di capire. Nel "Bacio" si riversava tutta la pretenziosità autoriale di un cineasta-scrittore come Cotroneo secondo me decisamente sopravvalutato. In "Zeta" invece, che si annuncia come un film sulla scena rap e dunque in qualche modo un film "minore" ("di genere?"), emergono dettagli inaspettati. Per esempio attori bravi e dotati. E non parlo solamente degli adulti ma anche i ragazzi musicisti e la morosa del protagonsita, accidenti, ma tirano fuori un talento naif che lascia stupefatti. Si parla di rap e hip hop e dunque di una scena che conosciamo, con annessi e connessi, dai contest agli scontri sia artistici che fisici passando per il consumo di cocaina e per i produttori squali. Il tutto raccontato con semplicità ma senza scadere (quasi) mai nel banale o nel noioso. Infatti il film detiene un buon ritmo, implica anche momenti teneri ma mai troppo sdolcinati, e perfino la stravista chiave della serie "insegui il tuo sogno" qua è meno scontata del previsto. Complimenti dunque al regista Cosimo Alemà (anche co-sceneggiatore). Le musiche ovviamente dilagano in un profluvio di sfide rap tra "declamatori di rime", e non sono affatto male (anche se il sottoscritto è un rocker e non vive in prima persona quella scena). Va detto che sono presenti (comprensibilmente per attirare il pubblico più giovane) special guest d'eccezione, da J-Ax a Fedez e numerosi altri, che non fanno classiche marchette ma anzi non sfigurano affatto in funzione della vicenda (ancorchè limitandosi a rapidi cammei). Ma puntiamo il riflettore sui tre validissimi protagonisti. Jacopo Olmo Antinori molto in parte nel ruolo del ragazzo tormentato e fragile. Poi Diego Germini nei panni di Alex detto Zeta, Davvero un talento questo ragazzo, con la faccia giusta e col piglio che ci voleva per un rapper combattivo e risoluto. Mi auguro che Diego continui nella sua avventura col cinema perchè si intusce che ci sa fare e sa come apparire intrigante. E infine Irene Vetere, perfetta per il ruolo, giovanissima dotata di un viso che non si dimentica, acerbo ed imperfetto, e per la quale auspico un futuro luminoso in ambito di cinema d'autore fuori dagli stereotipi nazionali. E meno male che il cinema italiano ci racconta anche storie (è raro ma succede) che non sono le solite "commedie coi comici". Che non se ne può più.

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