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Atlantide, continente perduto

Regia di George Pal vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Atlantide, continente perduto

di Lina
7 stelle

La leggenda sull'esistenza di Atlantide ha sempre affascinato l'umanità poiché affascinante è immaginare una terra antichissima paradisiaca e arricchita dal sapere di una scienza forse anche superiore a quella dei giorni nostri da cui possiamo trarne le radici e che ora giace nelle profondità oceaniche.

Atlantide che era il fulcro di energie magiche primitive, da quanto ci dicono le leggende, ma anche varie prove che aumentano sempre di più grazie alle ricerche di studiosi, archeologi e geologi, era stata un enorme continente che abbracciando zone dell'Europa e dell'Africa occidentale e dalla Lemuria fino all'America, solo in seguito a diversi cataclismi come diluvi, terremoti ed infinite eruzioni vulcaniche si era ridotto a diventare un'isola e Platone, è stato uno tra i primi uomini sulla terra a parlarne e a descriverla. Per farlo, usò degli antichi testi che trovò nella libreria di Alessandria, ma anche la Bibbia descrive un'antichissima terra prosperosa dove vivevano i giganti che avevano commesso le peggiori atrocità umane e parla poi della sua distruzione causata da cataclismi di diverso tipo accennando al fatto che venne inghiottita dalle acque inabissandosi alla fine nelle profondità del mare.

E ad Atlantide vissero i giganti per molto tempo infatti. Fu una delle terre più antiche del nostro pianeta ove si originò la vita e dopo la sua distruzione molte zone dell'Africa, dell'Europa e anche dell'America ne conservarono le tradizioni accennando all'esistenza degli dei, esseri in realtà lontani da essere vere e proprie divinità, ma che erano comunque dotati di straordinari poteri che vanno oltre l'attuale comprensione umana. Una rilevante testimonianza sull'esistenza di Atlantide ci viene offerta dal ritrovamento non recente in Egitto delle tavole "smeraldine" incise da Thoth, un sacerdote re che visse e regnò oltre mille anni proprio in Egitto e che fu uno dei creatori della grande piramide di Giza, erroneamente attribuita a Cheope. Thoth parlò molto chiaramente di Atlantide su queste tavole poiché egli stesso fu un atlantideo sopravvissuto all'inabissamento della sua terra d'origine.

 

In questo film non viene fatto alcun accenno a Thoth, ma il regista ha comunque inserito una breve introduzione che accenna a quanto detto da Platone e ad altri vari dettagli e coincidenze che proverebbero l'esistenza di Atlantide. Dopo, la storia ha inizio e nonostante qualche ingenuità, lacuna ed imprecisione nello script, si rivela piutttosto interessante. L'ambientazione iniziale è la Grecia, ma si sposta presto proprio ad Atlantide qui riprodotta da ottime scenografie, suggestive costruzioni, bei costumi e discreti effetti speciali soprattutto se si considera la scarsità dei mezzi di cui si disponeva all'epoca in cui il film venne girato.

 

Il soggetto principale sembra essere quello della storia d'amore tra un pescatore di nome Demetrios e la principessa di Atlantide, Antilia (nome che significherebbe letteralmente "isola posta simmetricamente al di là delle colonne d'Ercole" ed evidente tributo ad un'isola leggendaria dell'Oceano Atlantico occidentale anche conosciuta come Isola delle Sette Città o una delle note Isole Fortunate) che naufragata nel mare vicino alla Grecia, viene salvata proprio da Demetrios che accetta di tentare di riportarla in patria a patto che se non ci fosse riuscito nel giro di un giorno, poi lei lo avrebbe sposato. Durante il loro viaggio però, Antillia viene ritrovata da alcuni atlantidei che la stavano cercando a bordo di un sommergibile e che la riportano sull'isola insieme a Demetrios. Da questo momento la trama prende una piega più seria e si concentra su argomenti come la schiavitù, l'abuso della scienza, delle arti magiche e della sete di potere e di dominare sul mondo. Demetrios viene fatto schiavo, ma la sua indole ribelle lo porta ad escogitare un piano per liberare gli altri uomini fatti schiavi come lui perchè provenienti da altre terre e popoli ritenuti inferiori ad Atlantide. Antilia continua ad amarlo, ma non le è consentito liberarlo perchè suo padre il re, non comanda più nulla lì ormai e deve sottostare al volere dei suoi pericolosi consiglieri sempre più assetati di potere. Dunque tra eroi buoni ed eroi cattivi, il film a metà strada tra dramma e fantasy si compie concedendo pochi approfondimenti sull'origine stessa di Atlantide, sul modo in cui era organizzata e sulle abilità magico-scientifiche possedute dai suoi abitanti - vengono concesse infatti brevi parentesi dedicate ai poteri dei cristalli azzurri ricavati dal grande vulcano dell'isola e del potere di un mago di trasformare uomini in animali facendogli bere il loro sangue - e pur offrendo uno spettacolo degno di attenzione, non sa andare oltre questo. Non stupisce mai veramente ed emoziona soltanto al minimo sindacale perchè non tutti i personaggi sono approfonditi e ben caratterizzati - i migliori sono probabilmente Demetrios, il sacerdote e il nobile Zaren, mentre i dei-re sono tutti assenti ad eccezione di Crono e di un'anonima ed insulsa quanto superflua apparizione in mare di Nettuno - e le tematiche scelte mostrano solo alcuni aspetti di Atlantide concentrandosi esclusivamente sui suoi ultimi anni di esistenza, perciò non ci troviamo di fronte ad un capolavoro, ma di fronte ad un film discreto che avrebbe potuto mostrare molto di più di una semplice battaglia tra uomini più deboli ed ignoranti e tra uomini più forti e dotti. Scontata e non veramente emozionante inoltre la storia d'amore e di mediocre effetto la scena apocalittica finale della distruzione di Atlantide (poteva essere elaborata infatti in maniera meno sbrigativa) anche se alla fine lo show offerto, per quanti difetti possa rivelare, è innegabilmente godibile.

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