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La verità sta in cielo

Regia di Roberto Faenza vedi scheda film

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La recensione su La verità sta in cielo

di mc 5
7 stelle

Bello o brutto che fosse, io DOVEVO vedere questo film. Me lo ero imposto per più d'un motivo. Intanto perchè la vicenda di Emanuela Orlandi mi ha sempre appassionato e coinvolto. Poi Roberto Faenza è un cineasta che ho sempre stimato. E, ancora, perchè sapevo che avrei visto un film che rientra in una "chiave" che oggi pochissimi registi ancora praticano. Sì perchè anche se quasi nessuna recensione lo ha fatto notare qui siamo dalle parti del cinema "di genere". Quel cinema che oggi in Italia (a parte occasionalmente Faenza) è rimasto un solo professionista che insiste a praticarlo (e con grande passione), il "mitico" Claudio Fragasso, che può piacere o non piacere ma a cui va riconosciuta una grande onestà artistica e concettuale, Beh la prima cosa da dire è che il film ha avuto dalla critica un'accoglienza spietata. Quando è andata bene il giornalista di turno ha nicchiato. A me invece è piaciuto. Chiaramente non una "rivelazione" per il nostro cinema, ma un film onesto, sincero e pulito nel proprio intento civile e fors'anche politico. La tristissima storia della Orlandi viene affrontata con coraggio e molta pazienza perchè ci sono da riannodare fili complessi e decisamente intricati, con misteri che generano altri misteri. E uno si chiede (inevitabilmente) come diavolo è possibile che un caso partito da una ragazzina poco piu' che pischella abbia tirato dentro banchieri e altissimi prelati? Una risposta non c'è o forse genera un'altra domanda: come diavolo ha fatto un materassaio di Arezzo a tenere in pugno una schiera infinita di politici, generali e giornalisti? Questa è l'Italia dei trafficoni e dei faccendieri, dove guarda un po' saltan sempre fuori il Vaticano e il "generone" degli onorevoli democristiani di un certo sottobosco eminentemente romano. E naturalmente ci sono poi gli agganci con la criminalità, tra Magliana e Testaccio. E' un mondo che se cerchi di esplorarlo percepisci il "fascino del male" nel senso che ti attira l'idea di indagarlo per cercare di venirne a capo anche se senti fin da subito la puzza di marcio che si propaga in ogni direzione. Ed è proprio quella puzza che avverti per tutto il film. Una rete pazzesca di segreti e di allenze e guerre sotterranee talmente complessa (e spesso violenta) da farti sentire stordito. Ed incredulo. E allora dobbiamo esser grati a Faenza che ha fatto il "lavoro sporco", affondando le mani nude in quella melma. Cercando di collegare nomi e cognomi con volti e date, ricostruendo l'accaduto e tentando delle ipotesi. Pe le quali gli ambienti cattolici (anche quelli non sempre conservatori come l'Avvenire) lo hanno duramente attaccato accusandolo di anticlericalismo. Accusa totalmente ridicola, se si pensa al provato coinvolgimento di prelati e funzionari in questo maledetto caso. E laddove non esistano prove è perchè qualcuno le ha fatte sparire e (questo è quello ch fa piu' male, anche al sottoscritto) ancor oggi in qualche stanza del vaticano le tiene ben occultate. Il film è stato accusato di essere debole tecnicamente. Io non saprei che dire, avendolo trovato un buon prodotto medio e non certo scadente. Diciamo che lo stile riconduce ad una chiave che unisce il thriller all'impegno civile utilizzando l'arte antica del cinema italiano di genere (che oggi a praticarlo -come prima sottolineavo- ci vuole una buona dose di coraggio, perchè il Mercato tende a respingerlo). il lavoro di Faenza dietro la macchina da presa mi pare buono. Il cast è assemblato secondo i criteri -appunto- di un cinema di genere di livello medio. Due cose mi sento di segnalare, prima di concludere analizzando il cast. Prima di tutto apprezzo la direzione scelta da Faenza nell' "attualizzare" una vicenda lontanissima ormai nel tempo ma collegata a vicende ancora caldissime come Mafia Capitaòe (passando ovviamente per le inquietanti "maschere" da Marcinkus a Calvi). Poi ci sarebbe un discorso che viene da lontano. Quello sulla impossibilità in Italia di realizzare film drammatici o thriller o d'azione o quello che volete: qua solo commedie (e lasciatemi aggiungere spesso brutte e ruffiane). Cominciamo da una partecipazione che quacuno ha ridicolizzato, sbagliando. Sto parlando del curioso ruolo affidato a Shel Shapiro. Beh voglio dire a chi ha ghignato che lui non è un attore e parla l'italiano alla "sua" maniera, ma di fronte ad un artista e ad un uomo come Shel ci dovremmo tutti togliere il cappello, a prescindere. Maya Sansa s'impegna e fa il suo dovere. Scamarcio stessa cosa. La bella Valentina Lodovini uguale. Recitazioni accettabili, s'intende non eccezionali ma che ci stanno. Chi invece conferma il suo immenso talento drammatico è la stupenda Greta Scarano, donna bellissima ma soprattutto attrice cazzuta e coraggiosa. Lei vale da sola il prezzo del biglietto.

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