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Prima di domani

Regia di Ry Russo-Young vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Prima di domani

di alan smithee
4 stelle

Sorvolando sul clamoroso spoiler che accompagna la scheda di questo film, in Prima di domani ripercorriamo la giornata di una bella liceale di nome Sam, dal mattino all’ora della sveglia, poi la frugale colazione (nulla in realtà finisce nello stomaco), rapidi battibecchi in famiglia, e fuori di corsa per salire in auto con la sua amica del cuore, accorsa col suv per caricare lei ed altre due amiche belle, ricche, ognuna dalla villa fantasmagorica che ospita le rispettive famiglie perbene presso un benestante centro cittadino di montagna.

A scuola il solito professore petulante, interrotto dalla consegna delle rose alle ragazze più ambite (e Sam fa il pieno), poi il boyfriend ufficiale, il bello desiderato da tutte (ma stronzo e superficiale), mentre l’altro ricco benestante si fa avanti tentennando e puntando sul valore di una poesia accostata al colore ad effetto di una rosa diversa dalle altre. E così via, fino ad accentrare l’attenzione sulla ragazza nerd della scuola, derisa da tutti, anche la sera alla festa organizzata dal ricco timido impacciato che ama Sam, fino alla tragedia, sfiorata, rivelata poco per volta, non inimmaginabile, ma resa pubblica o confermata poco per volta.

Si perché Sam ogni giorno si sveglia consapevole di rivivere lo stesso giorno da parecchio tempo: e ogni volta che la ragazza, visibilmente più stressata dalla rutine imposta e cosciente, riesce a modificare in meglio o in peggio il suo comportamento (in un primo momento di certo opportunistico ed egoista), ella si augura di porre fine a quell’incubo, ma inutilmente.

Vi ricorda qualcosa tutto ciò? Vorrei vedere il contrario, dopo che Bill Murray ci ha deliziato in pieni ’90 con la commedia di Harold Ramis “Ricomincio da capo”, gioiello irresistibile, acuto e ironico divenuto già diverse volte oggetto di emulazione, mai con buoni risultati a dire il vero.

Qui la regista scaltra e calcolatrice Ry Russo-Young punta sulle atmosfere giovanili e giovanilistiche, sui cliché abusati senza ritegno di una vita studentesca infarcita di luoghi comuni e situazioni viste mille volte, qui spesso al limite dell’imbarazzo. Già a livello estetico il viaggio in macchina delle quattro ragazzine intente a raggiungere la scuola, sullo sfondo di case perfette, immacolate, anzi plastificate, la dice lunga e snerva non poco. Per non parlare di dettagli irritanti come quello della cameretta da manuale della protagonista, il.cui letto appare intonso anche la mattina appena la giovane si desta.

Poi certo la svolta thriller – escamotage furbo ma non scellerato, anzi in parte necessario per dare una svolta ad un piattume inqualificabile e di difficile sopportazione, conferisce un certo interesse ad una vicenda che si trascina come può fino al suo epilogo abbastanza intuibile, edificante quanto basta per non toglierci di dosso l’impressione di trovarci dinanzi ad un prodotto stucchevole e superficiale, che sfrutta un filone fantasy fortunato, senza saperci ricavare nulla al di fuori della ennesima storiella post adolescenziale sulla vuota e crudele gioventù viziata moderna.

Zoey Deutch si adegua alle trasformazioni caratteriali che la sua figura assume nella riproposizione delle medesime caratteristiche della giornata: è carina e la sua prova accettabile: tutto il resto del cast è piuttosto disarmante ed incolore, ma tra le piccole apparizioni non possiamo non citare la mai dimenticata Jennifer Beals, ex Flashdance e tanto cinema indipendente americano, qui mamma un po’ troppo distratta dal tran-tran quotidiano per potersi accorgere o anche solo intuire la singolare, incredibile situazione da assurdo spazio-temporale che sta vivendo sua figlia maggiore.

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