Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Gli alieni sono arrivati sul pianeta terra. Gli umani tentano un approccio comunicativo nella speranza di stabilire un contatto.
Al centro dell'ultimo complesso film di Villeneuvue c'è la teoria di Sapir-Whorf, secondo la quale la lingua che si usa è responsabile di cambiamenti di pensiero e personalità, influenzando la percezione del mondo. In questo caso comprendere la lingua aliena modifica la percezione del tempo generando previsioni in chi la impara ( nel film è la professoressa Louise, interpretata da Amy Adams).
Enorme problema di scrittura, che si riflette in una messa in scena d'autore e curata, ma al contempo pedante , impegnata a voler dire per forza qualcosa attraverso una reinterpretazione della dialettica del linguaggio come codice universale, perché facente appello ai sentimenti. Gli alieni che ci presenta il regista sono in grado di provarne? Pare proprio di sì. Ma insistiti flashback ed un ritmo che collassa inquadratura dopo inquadratura ne fanno un pappocchio quasi new age che perde per strada gli strumenti per spiegare la propria tesi; una fiacca disserzione filosofica sull'incomunicabilità tra specie diverse, che idealmente fallisce il bersaglio, perché non si capisce dove voglia andare a parare. Villeneuve ha accumulato talmente tanti punti che gli si perdona , per carità, ma questo Arrival è un buco nell'acqua.
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