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Délice Paloma

Regia di Nadir Moknèche vedi scheda film

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La recensione su Délice Paloma

di hupp2000
8 stelle

Aldjéria è una boss mafiosa senza organizzazione mafiosa alle spalle. La sua è più o meno un’azienda familiare. La circondano e assecondano il figlio Riyad, un’avvenente assistente personale dall’evocativo nome di Shéhérazade e un avvocato intrallazzone. La sua Attività? Risolvere casi di divorzio gettando mariti vogliosi tra le braccia di amanti addomesticate che si fanno fotografare in flgrante delitto, far ottenere permessi e licenze commerciali corrompendo pubblici funzionari, mettere nei guai negozi concorrenti sabotandone l’esercizio e denunciando manchevolezze alle autorità. La storia di Aldjéria è raccontata in flashback. Incontriamo la donna all’uscita dal carcere dove è stata detenuta per tre anni.. Evidentemente, la sua ultima impresa non era andata a buon fine e ne ripercorriamo gli sviluppi con largo uso di voce fuori campo. Aldjéria evoca il sogno di tutta una vita, quello di acquistare le terme di Caracalla nel suo paese natale, uno stabilimento pubblico che lo Stato ha deciso di privatizzare mettendolo all’asta. La rete di bustarelle e tangenti è ben oliata. Mancano solo un po’ di soldi in più per portare a termine l’operazione. La “padrina” crede di trovare la soluzione quando incontra Rachida, una bellissima ragazza, cameriera in un bistrot di Algeri. La raggira, le fa balenare un futuro di cantante e ballerina, la inserisce in un mondo ambiguo ma pieno di soldi e la imbarca in quello che dovrebbe essere l’ultimo colpo. Con il passare del tempo, però, Rachida e Riyad s’innamorano l’uno dell’altra ed è il granello che manda in tilt l’ingranaggio, con un epilogo che non va rivelato, benché sia stato anticipato prima del flashback iniziale. Questo, però, lo spettatore non lo sa.

 

Un film intelligentissimo e trmendamente attuale, realizzato con uno stile narrativo e descrittivo dei personaggi che ricorda il miglior cinema di Pedro Almodovar. Il tutto è illuminato dalla prestazione superlativa (come gli aggettivi che sto volutamente usando) della protagonista Biyouna, una specie di Carmen Maura, ancor più dura e autoritaria. Insieme a quest’ultima aveva peraltro recitato nel precedente “Le Harem del Madame Osmane” (2000) dello stesso Nadir Moknèche. Il registro narrativo ondeggia tra il gangster movie, la denuncia sociale, un’attenta descrizione antropologica e una non meno interessante analisi dei rapporti umani. Algeri appare tristissima, moderna e cementificata. I giovani, Riyad compreso, sognano l’Italia e la Spagna, pur consapevoli dei rischi di un viaggio che può costare la vita. Aldjéria spera di trattenere il figlio e la fedele Shéhérazade con il miraggio delle terme, dove sarebbero stati tutti veri signori. I suoi errori e i cambiamenti del suo tempo la travolgono.

 

Oltre che di un gruppo di attori decisamente ben assortiti, il film può vantare una regia solida e un notevole senso del ritmo. Dispiace che non abbia potuto contare su un minimo di distribuzione in Italia. E’ tuttavia interamente disponibile in versione originale su youtube.

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