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Sully

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Sully

di ethan
7 stelle

Il 15 gennaio del 2009, sul volo US Airways 1549 si abbatte uno stormo di uccelli - che in inglese viene denominato Bird Strike, letteralmente Impatto con volatili - che provoca subito l'avaria dei motori del velivolo: il capitano Chesley 'Sully' Sullenberger (Tom Hanks), con 40 anni di esperienza di volo sulle proprie spalle, coadiuvato dal suo vice, Jeff Skiles (Aaron Eckhart), opta per un ammaraggio sulle (gelide) acque dell'Hudson, che si risolve con il salvataggio dei 155 passeggeri a bordo, equipaggio compreso. In pochi istanti diventa un eroe per chiunque, tranne che per il National Transportation Safety Board, l'Agenzia che deve compiere l'indagine sull'accaduto e le modalità in cui è stata gestita l'emergenza da parte di Sully ed il suo team, nei quali essa vede un comportamento segnato da imperizia nella scelta effettuata, in base a delle simulazioni di atterraggi effettuate.

Con 'Sully' Clint Eastwood dice la sua sul cinema catastrofico, operando un ribaltamento dei canoni del genere, spogliando il film di ogni aura di gigantismo e ipertrofia che segnano opere simili, caratterizzate da quantità industriali di morti e uno stuolo di stelle nel cast:. L'autore californiano invece, mettendo in scena l'autobiografia 'Highest Duty: My Search for What Really Matters' di Chesley Sullenberger (scritta con il giornalista Jeffrey Zaslow), riduce al minimo indispensabile quello che di solito è al centro dei Disaster Movie, con la sequenza della mancata catastrofe ridotta a pochi emozionanti minuti, reiterandola un'unica volta, della durata di una manciata di minuti.

Ciò che più preme a Eastwood, come del resto già mostrato in gran parte delle sue pellicole, è la dimensione umanista dell'argomento che prende in esame, in contrasto con chi - i membri dell'Agenzia - vuole ridurre tutto ad una mera questione di dispositivi e calcolatori elettronici che, asetticamente, 'dicono la loro' su come si poteva gestire l'emergenza senza tener conto del cruciale 'fattore umano'.

Altro tema posto in essere dal buon vecchio Clint è lo studio della figura dell'(anti)eroe, come del resto era il precedente suo film, il controverso 'American Sniper' e il personaggio che ne era il fulcro, il cecchino dei Navy Seals Chris Kyle, la cui storia ha curiosamente quasi lo stesso numero di persone in comune con Sully, ma mentre per il 'diavolo di Ramadi' si tratta di morti (160 confermati dal Pentagono), per il pilota della US Airways (155, ossia 5 in meno) abbiamo a che fare con vite salvate. Il paradosso è che Chris Kyle, un omicida su commissione, riceve onoreficenze e decorazioni in vita e una cerimonia funebre con tutti gli onori, poiché ha seguito tutte le procedure prestabilite a livello istituzionale, mentre il pilota veterano che, al contrario di vite ne ha salvate in quantità, deve comparire dinnanzi una zelante commissione che giudica, inzialmente, il suo operato negligente.

'Sully' si avvale di un montaggio (ad opera di Blu Murray) che, come nel miglior stile eastwoodiano, si può definire compassato ma che, in alcuni punti, effettua sbalzi temporali fin troppo azzardati, dando luogo ad una narrazione slabbrata, e di una fotografia, del collaboratore di lungo corso Tom Stern, dai colori e dalle tonalità sbiadite, che rendono l'idea del clima gelido in cui è ambientata la straordinaria vicenda.

Lodevole il contributo di Tom Hanks, che si cala nel personaggio con slancio e perfezione maniacali e quello della sua spalla Aaron Eckhart, a cui spettano i dialoghi più significativi: una volta salvi, esclama "Mai stato così felice di essere a New York" e poi, davanti alla NTSB che gli chiede cosa cambierebbe dell'intera faccenda, lui afferma "Lo rifarei a luglio". Piccola parte per Laura Linney che, in qualità di moglie di Sully, dà il suo contributo in termini di lacrime versate ed il resto del cast ridotto a fare poco più che da comparsa.

'Sully' è un film più che dignitoso e rigoroso, ma che nella corposa filmografia Clint-Eastwoodiana lo porrei un paio di gradini al di sotto dei suoi capolavori conclamati.

Voto: 7.

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