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Sully

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Sully

di will kane
8 stelle

"Sully" è il nomignolo del comandante Chesley Sullenberger, che la mattina del 15 Gennaio 2009, guidò l'aereo pilotato verso un ammaraggio sull'Hudson, riuscendo a salvare 155 persone: nei motori del velivolo era entrato uno stormo di uccelli, causando un'avaria destinata a far precipitare l'aeroplano. Il film di Clint Eastwood narra sia lo straordinario evento, che il retroscena dell'inchiesta sull'incidente, che, in pratica, mise sotto processo il pilota, già acclamato dall'opinione pubblica, e puntò sull'errore umano. A dispetto di quanti, la scorsa Estate, abbiano inveito verso Eastwood ed il suo annuncio di votare Trump, senza tener conto della coerenza, in fondo, di un americano che si è sempre dichiarato repubblicano, e, comunque, ha un'idea salda sia della società USA, che rispettosa della democrazia, il vecchio Clint ha ancora mano ferma nell'allestire il proprio cinema. Che è fatto di analisi, osservazione, classicità, e sa raccontare con semplicità narrativa le vicende scelte, ponendo un altro capitolo importante, in una filmografia, registicamente parlando, di pieno valore. "Sully", senza retorica tronfia, è un'opera non sull'individualismo di un eroe "normale", ma sul trionfo della collettività, che contribuirebbe a rendere migliore una società: fin dall'inizio il copione sottolinea, sì, la scelta personale del pilota di tentare una manovra azzardata, certo, ma anche decisiva nel non creare un numero di vittime molto alto ( perchè un aereo che si sfracella in piena città, al mattino, farebbe morti a iosa, non dimentichiamolo), ma ancor più l'intervento fondamentale di tutta la città al fine di scongiurare il peggio. Tom Hanks è, sempre di più, l'uomo che vorremmo avere per vicino di casa, prenota un'altra candidatura all'Oscar, e dà la giusta calibratura ad un uomo comune che si addossa sensi di colpa, dubbi, ma anche la coscienza di aver agito per il meglio ( esemplare la scena in cui Sully controlla ogni postazione sull'aereo, prima di abbandonarlo). In un film bello e asciutto, che sostiene appieno l'importanza, in ogni circostanza, del fattore umano, e fa sperare che l'avventura cinematografica eastwoodiana non sia ancora conclusa.

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