Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
In un’abbazia del Nord Italia avvengono numerosi e misteriosi omicidi che sembrano seguire lo schema delle sette trombe descritte nel libro dell’Apocalisse. A condurre le “indagini” vi sono Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk, due frati francescani giunti all’abbazia per un importante incontro riguardante il ruolo della dottrina francescana all’interno della Chiesa. Jean-Jacques Annaud porta su grande schermo uno dei romanzi più belli del ‘900, che aveva la sua forza, più che nella vicenda in sè, nelle dispute teoriche e filosofiche fra i vari ospiti dell’abbazia, ognuno dei quali aveva una scrittura precisa che permetteva di raccontare come i vizi e le cattiverie del mondo si annidassero anche in un luogo che dovrebbe essere dimora di uomini che passano la loro esistenza a consacrare Dio e le sue creazioni. Farne una trasposizione cinematografica era alquanto difficile vista la mole di avvenimenti presenti nel romanzo, difatti gli sceneggiatori eseguono un taglia e cuci abbastanza pesante, soprattutto nelle magnifiche dispute di cui ho parlato sopra, concentrandosi sul giallo e stilizzando parecchio i personaggi. Il film si risolleva nelle ambientazioni, nella fotografia e nella regia, nell’ottima prova attoriale di Sean Connery (meno bravo Christian Slater ma comunque sufficiente) e nella tensione che nella seconda parte rimane abbastanza costante, mentre nella prima stenta a decollare. Tirando le somme, una pellicola più che sufficiente che non regge il paragone col romanzo di Eco ma che rimane molto godibile.
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