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Il nome della rosa

Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film

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La recensione su Il nome della rosa

di barabbovich
10 stelle

Nel 1327, il francescano Guglielmo da Baskerville (Connery) e il suo giovane discepolo Adso (Slater) si recano presso un convento benedettino per discutere problemi di fede. Ma la vita dei monaci è turbata da una catena di delitti dei quali Guglielmo è determinato a scoprire il firmatario. Quando, all'arrivo dell'inquisitore Bernardo Gui (Abraham), due benedettini e una ragazzetta stanno per finire ingiustamente sul rogo, Guglielmo scoprirà il colpevole.
Come spesso avviene davanti ad opere letterarie della levatura di quella realizzata da Umberto Eco, i film perdono il confronto in partenza. Eppure, a dispetto della sintesi cui il film è costretto, molti temi di portata filosofica affiorano tra le pieghe della ben congegnata trama gialla: argomento principale è quello della cupidigia, in tutte le sue forme (sesso, sapere, potere) che fa commettere passi falsi a ciascuno, mostrando come, alla fine del gioco, errori e virtù possano condurre ai medesimi esiti. E se la complessità del racconto viene smussata nel film, l'ambientazione viene felicemente ricostruita grazie alle suggestive scenografie di Dante Ferretti e alla fotografia bruna di Tonino Delli Colli. Tra gli sceneggiatori figura Andrew Birkin (che aveva già lavorato al copione del Pifferario di Hamelin), all'epoca non ancora regista. Il titolo si rifa' alla scoperta del fiore della passione erotica da parte di Adso, che non conobbe mai il nome della donna a cui si accompagnò.

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