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Thelma & Louise

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Thelma & Louise

di EightAndHalf
8 stelle

La rivincita delle rosse. Due nuove Ripley scottiane si dimenano nell'astronave America per tenersi alla larga da uomini-Alien violenti e maschilisti. Scott si fa così cantore della donna, della libertà della donna, senza slogan né moralismi, né certo facendo di Thelma e Louise eroine moralmente giuste e dal comportamento condivisibile, ma fuggendo dalla consueta legge morale e realizzando un film eversivo, notevole, fatto di stereotipi del film on the road (motel, inseguimenti, autostop), ma cambiato nella base con la scelta di due protagoniste femminili (due ottime Geena Davis e Susan Sarandon), lanciate sulla strada della criminalità contro l'uomo medio americano, egoista, libidinoso, il più delle volte pervertito, o magari ladro. Ma il discorso va oltre l'intenzione protofemminista: è nella scelta del sesso femminile che si identifica la spinta e il desiderio di libertà dell'intero uomo, a cui comincia a venire stretto anche il crogiuolo americano di razze, di culture ricostruite, di realtà globalizzate, di morali dilaganti, e cerca di sopravvivere dall'inseguimento di una giustizia che una buona volta diventa ostacolo degli eroi, che noi appoggiamo, seguiamo, vogliamo vittoriosi. Altamente eversivo per l'epoca ma anche per oggi, in fondo cattivo nel suo scomodare il leggendario American Dream, Thelma & Louise non solo propone due personaggi ribelli, ma si pone superbamente come film ribelle, nel ribaltare tutto il concetto di America che finora ci si era fatti, nel trasferire in essa un desiderio tutto Occidentale (oggi più frequente), di un sogno che sia altro dai valori della famiglia, dell'amore, a favore di un'emancipazione che si basi su un solo valore (magari l'amicizia), e che quindi guidi non per inerzia ma per gioia di vivere l'uomo (o in questo caso la donna) verso la vita vera. Così l'immagine finale dimostra come le due protagoniste, folli, piene di difetti anch'esse (non ci sono generalizzazioni, esiste anche un uomo buono, Harvey Keitel), ma comunque le uniche a cui si riesce ad affezionarsi, si dimostrano più coerenti degli altri, e raggiungono una catarsi che è molto più apocalittica e priva di compromessi di quanto sembri: in America non c'è più la felicità.

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