Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Quando avere 50 anni è vissuto con ossessiva preoccupazione, ecco che compaiono tic e comportamenti che tentano di esorcizzare l'avanzare dell'età. Tutto può servire allo scopo: un linguaggio para-giovanile pieno di inglesismi; la scelta di un partner che potrebbe essere dell'età dei tuoi figli; praticare locali notturni fingendo una resistenza che spesso non esiste; usare lo sport come antidoto "magico" all'invecchiamento.
Non cè bisogno di scomodare Pirandello per ricordare che l'umorismo non è semplicemente la battuta, ma nasce dalla inversione dei canoni: un personaggio soffre e si comporta in una determinata maniera con lo scopo di eliminare la sofferenza, ma il suo comportamento risulta sopra le righe e quindi suscita divertimento.
Il limite del film di Brizzi, che sa svolgere il compitino anche in maniera piuttosto garbata, è di non riuscire a mostrare in maniera significativa quella sofferenza, limitata alla espressione di alcuni clichet alquanto sommari.
Comunque, c'è ben di peggio in giro fra le cosiddette commedie italiane.
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