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Spie come noi

Regia di John Landis vedi scheda film

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La recensione su Spie come noi

di maso
4 stelle

Film di ripartenza per Landis dopo la tragedia sul set di "Ai confini della realtà", la commedia demenziale che lo aveva reso famoso e apprezzato in tutto il mondo lo riportò in territori a lui congeniali ma "Spie come noi" è proprio il primo film di Landis in cui il suo smalto sembra essersi sbiadito.

La scomparsa di Belushi lo costrinse a selezionare un nuovo compagno per il suo attore amico Ackroyd e quale pesce non poteva cadere nella rete se non Cheavy Chase che negli anni ottanta era richiestissimo.

Chase stava avendo grazie al Saturday Night Live lo stesso successo di Belushi ma non aveva il suo talento ne la sua comicità fondata sulla mimica e la smorfia, lo stile di Chase era più avvezzo a giochi di parole a sfondo sessuale a volte ardui da cogliere per un madre lingua per cui la sua esportazione in altri lidi non funzionò mai e dopo un quinquennio di esagerata attenzione cadde nel dimenticatio per i realizzatori più scaltri.

In effetti della sperimentale coppia comica proposta in questo film si nota subito come Chase vada sopra ad Ayckroyd anche senza volerlo, sembra che tutti al tempo intravvedessero in questo comico una gallina dalle uova d'oro che non diventerà mai, anche Landis si adeguò senza ottenere più di tanto.

Quanto meno si può dire che i due attori abbiano le caratteristiche giuste per interpretare due impiegati imbranati dei servizi segreti americani che vengono scelti per una missione nei territori bollenti dell'Asia.

Ciò che non sanno è che THEY ARE JUST A DECOY ovvero un diversivo che distolga l'attenzione dai veri agenti segreti che però verranno a contatto con loro rivelandogli come stanno le cose.

La sceneggiatura è piena di situazioni comiche impaginate per Chase come l'esame presieduto da Frank Oz in cui si vede un certa sinergia di scrittura con il personaggio di Ayckroyd ma è un episodio che evidenzia anche lo straripantismo di Chase, troppo sciocco per l'ironia tagliente di Landis che come detto è imbastardita dall'evanescente comico di Chicago.

L'equilibrio i due lo raggiungeranno in una collaborazione successiva a titolo "I 3 amigos" nel quale la presenza di Short e Martin ha giovato per non ripetere gli errori commessi in "Spie come noi" che del grande Landis ha comunque la proverbiale maestria tecnica, l'innata capacità di scegliere la giusta inquadratura e un montaggio fluido che favorisce l'attenzione dello spettatore per un film mediocre e divertente solo in apparenza.

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