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Frantic

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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Auguste

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Frantic

di Auguste
8 stelle

Dopo aver visto i cosiddetti film "maggiori" di un regista, quel che resta è spesso deludente e indegno del genio di un artista.
Con Polanski questo non mi è(ancora)successo.
Dopo aver visionato le sue pluridecorate pellicole, "Chinatown", "The Tenant","Repulsion", "Il Pianista", "Rosemary's Baby", i meno amati(ma altrettanto validi)"Il coltello nell'acqua" e "Cul-de-sac", non mi restava che visionare i film minori del regista.
Dopo essermi cimentato nella visione di alcuni cortometraggi, che già lasciavano ben intravedere il talento di questo grande regista("Il grasso e il magro" e "Due uomini e un armadio" su tutti), mi sono dedicato a film come "Per favore... non mordermi sul collo", splendida commedia a metà strada tra fiaba gotica, film horror e rivistazione del genere horror stesso, e, per l'appunto, a questo film, "Frantic".
A partire dai titoli di testa, animati dall'inconfondibile stile musicale di E. Morricone, il film ha rivelato la sua validità.
Harrison Ford è lo sventurato protagonista del film, che potrebbe essere a suo agio anche in uno dei migliori film di Hitchcock(sembra quasi una comparsa di uno dei fortunati film del maestro, di cui "Intrigo Internazionale" o "Il club dei 39" potrebbero essere l'esempio più calzante).
Il paragone con Hitchcock non è frutto di mania personale o di amore incondizionato nei confronti del Polanski regista, ma vuole anzitutto essere un accostamento tematico e stilistico al tempo stesso.
Il protagonista del film è un affermato medico di S. Francisco in vacanza a Parigi con sua moglie, in occasione del loro ventennio di matrimonio, che si ritrova suo malgrado coinvolto in un intrigo(internazionale, per l'appunto)che gli porterà via la moglie in circostanze alquanto misteriose, che lui scoprirà essere stata rapita da terroristi alla ricerca di un oggetto smarrito(la cui utilità soltanto verso la fine del film verrà scoperta), a causa di un imprevisto scambio di valigie.
Harrison Ford interpreterà un uomo solo, costretto a proseguire le indagini autonomamente, denunciando l'inettitudine della polizia parigina, incapace di prendere sul serio il suo caso, interessata soltanto al lato burocratico della faccenda.
Investigando incontrerà una bellissima ragazza, Michelle, (Emmanuelle Seigner, moglie di Polanski)che lo aiuterà nelle indagini inizialmente per il proprio tornaconto(a lei era stato affidato il compito di consegna della valigia contenente il misterioso oggetto, di cui ignorava anch'essa la consistenza), poi finirà con l'innamorarsene, anche se non verrà mai detto esplicitamente.
Il dottore, personaggio hitchcockiano per eccellenza, sarà dunque costretto a scontrarsi con una realtà a lui ostile ed estranea, essendo tra l'altro a completo digiuno di francese, ma determinato a ritrovare sua moglie e a venire a capo di tutta questa faccenda.
Rintracciati i rapitori con l'aiuto della ragazza si tratterà allora di programmare lo scambio, dopo essere venuto a sapere che l'ordigno in questione altro non era che un pericolosissimo ed avanzatissimo marchingegno per detonare a distanza testate nucleari.
Alcune scene sono a dir poco meravigliose, come quella del ballo nel club dei rapitori, in cui Ford e Seigner sono "impegnati" ad attirare attenzione su di loro per essere rintracciati mentre danzano un tango sulle note della bellissima "I've seen that face before" di G. Jones.
Questa bellissima canzone l'ascolteremo in varie occasioni(la sentiamo anche quando il medico parla a telefono con i suoi figli, "assicurando" che tutto stava andando a meraviglia)ed è in qualche modo anche una sorta di "contaminazione generazionale".
Se la tensione è altissima durante tutto il film, in alcune sequenze, come quella del tetto o quella semi-ironica(parliamo sempre dell'ironia grottesca di Polanski, eh!)del confronto " a nudo" con i gangster in casa della bellissima Michelle.
Anche la circostanza della sparizione della moglie del medico è a dir poco grottesca, quasi una sorta di ironico omaggio a "Psyco".
Di nuovo vi è poi il tema polanskiano degli oggetti misteriosi, delle topiche dell'ignoto. Il mai-visto Katelbach di Cul-De-Sac(motore immobile dell'azione, quasi il Dio senza volto del film), gli "armadi protagonisti" del già citato cortometraggio, celanti misteri in "Rosemary's Baby", in "The Tenant" e in "Repulsion", il coltello ne "Il coltello nell'acqua", e così via...
Stavolta è un ordigno dalle capacità smisurate, in grado di destabilizzare gli equilibri di forze addirittura delle superpotenze internazionali.
Polanski mostra un uomo che ama con tutto se stesso la propria moglie e farebbe tutto per riportarla indietro(che si tratti di una sorta di manifestazione della sua volontà di riportare indietro Sharon Tate, che fu brutalmente assassinata in sua assenza?)e che non cede alle tentazioni della bellissima Michelle, che anche sembra rispettare pienamente i suoi sentimenti. La moglie poi, diciamolo, volutamente non è una grande bellezza, al contrario di Michelle, che anch'essa sembra uscita da un film di Hitchcock.
Ma al contrario di Hitchcock, in Polanski non vi è eroismo, né i personaggi sono già completi, ma si tratta di persone deboli ed in preda ai propri fantasmi e il dottore dovrà imparare rapidamente a cavarsela(in effetti all'inizio del film non sembra avere quella forza "emotiva" dei personaggi di alcuni film di Hitchcock, più tutti d'un pezzo).
Le situazioni grottesche poi non mancano, come il taxi costretto a fermarsi in seguito alla bucatura di una ruota, il medico che, scherzando con la moglie, mangia letteralmente un foglio di carta, oppure la già citata scena del confronto con i gangster.
Vi è poi il finale che è un chiaro riferimento a quello di Chinatown(attenzione al doppio spoiler, allora!).
La donna torna dal marito in quello che sembrerebeb un happy ending, ma prima viene colpita a morte dall'ultimo - morente - terrorista(mentre agli agenti governativi francesi non resta altro da fare che abbattere i terroristi).
Lei e la moglie del medico indossano lo stesso abito, quasi come a suggerire uno scambio d'identità, a garantire una sorta di "ritorno" dei fantasmi del passato, come avveniva in Chinatown, alla cui protagonista(l'altrettanto bella, se non anche più bella, Faye Dunaway)spetterà la stessa sorte del vecchio amore di Nicholson, suggerendo quasi una sorta di ritorno metafisico(o onirico?)della prima amante.
E così, al medico ricongiuntosi con la moglie non resta altro che gettare in acqua l'oggetto ora desiderato dagli agenti del governo, oggetto maledetto alla base di tutte le loro sciagure, causa della morte di tante persone.
Ritorno in taxi, di nuovo insieme, al medico piangente non resta che confessare alla moglie di nuovo il suo amore.
Ottimo thriller, senza sbavature, né eccessivi sentimentalismi, ottima la suspense, ritmo incalzante, non privo di spunti d'ironia e di malinconia, buone tutte le interpretazioni. Sulla colonna sonora mi sono già espresso.
P.S.: Una piccola curiosità. Il meccanismo ricercato dai terroristi, che inizialmente si pensava essere soltanto una massiccia dose di droga nascosta in chissà quale angolo della valigia, è contenuto in un modellino della Statua della Libertà.
A me non sembra poi un riferimento così casuale: che dietro l'idea della libertà si celino ordigni di distruzione di massa, dunque di morte, beh, mi sembra alquanto inquietante e, devo dire, realistico. Non so se si tratta di un dettaglio puramente casuale o di un riferimento del regista. Dunque la libertà sarebbe solo di facciata, a celarsi dietro quest'idea è invece una sottile, quasi invisibile, linea che porta con sé morte e distruzione. E' allora questa la libertà che ci siamo guadagnati?

Sulla colonna sonora

Buona quella di Morricone, eccellente poi "I've seen that face before" di Grace Jones.

Su Harrison Ford

E' a  mio avviso perfettamentin parte. E' un uomo qualunque, in un contesto a lui del tutto estraneo, mosso dal solo amore per la moglie.

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