Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
"Perfetti sconosciuti" è oro puro, e non esagero a dire così.
Un film che si è voluto ritagliare uno spazio nella commedia italiana, che ormai aleggia nella mediocrità (salvo qualche eccezione come le discrete commedie di Checco Zalone) e che ce l'ha fatta eccome, vincendo anche il David di Donatello come miglior film, e portando nelle tasche dei produttori un incasso niente male.
Ma quali possono essere le ragioni di un così tale successo di critica e di pubblico?
Semplice, Paolo Genovese è riuscito a fare qualcosa di diverso, proponendo un film dalle varie sfaccettature, che ironizza sull'uso spropositato del cellulare e dei social media, va contro la convinzione morale e si propone come un vero e proprio ritratto generazionale.
La sceneggiatura scritta da 5 persone (tra cui lo stesso Genovese) per un totale di 10 mani è costruita in maniera impeccabile.
I dialoghi sono ottimamente congegnati, i personaggi e le loro evoluzioni sono ben scritte.
Le situazioni che avvengono sono tutte specchio dell'intento del regista/sceneggiatore, magari un po' assurdo che avvengano tutte quelle rivelazioni in una sola serata, ma sono tutte situazioni comunque estremamente realistiche, scritte appunto con un tono di grottesco che si alterna al punto giusto con la spassosa comicità e il credibile dramma.
Regia minimale ma che fa da buona cornice per le evoluzioni della storia, tempi comici perfetti, vari colpi di scena e piacevoli tinte da commedia americana/francese sofisticata.
Secondo me se lo vedesse Woody Allen potrebbe essergli anche da ispirazione.
In conclusione, a mio avviso, Genovese ha fatto il colpaccio e questo film risulta il suo migliore è anche uno dei migliori film usciti quest'anno in Italia.
Voto: 9/10.
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