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Un mostro dalle mille teste

Regia di Rodrigo Plá vedi scheda film

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La recensione su Un mostro dalle mille teste

di alan smithee
7 stelle

Un mostro inespugnabile e invisibile minaccia e compromette la vita di un malato bisognoso di un intervento molto costoso:l'assicurazione si aggrappa a mille appigli pur di non pagare.E la moglie fino a poco tempo mansueta si arma e cerca di ristabilire la situazione a suo vantaggio.Thriller concitato ma realistico che avvince e va dritto al sodo.

Gran ritorno in regia da parte del regista de La Zona e de La demora, ovvero di Rodrigo Plà, a conferma – ce ne fosse bisogno – della vitalità del cinema messicano di questo ultimo decennio.

Il “mostro” è una creatura ipotetica e concettuale, i cui effetti devastanti e vessatori tuttavia non sono meno lancinanti e drammatici di quelli che potrebbero conseguire a chi risultasse vittima di una creatura vera e propria, allo stato fisico.

L’essere perverso è una assicurazione in questo caso, che dovrebbe assistere e tutelare un malato grave per consentirgli di poter accedere all’operazione che potrebbe scongiurare un suo peggioramento irrimediabile delle già precarie condizioni di salute.

A questo proposito la moglie del malato, donna tenace e tutt’altro che remissiva, ce la mette tutta per venire a capo della situazione, cercando di sopportare i rimandi, le attese estenuanti, le mancate decisioni, i tentennamenti indolenti che la struttura a vertice della compagnia attua allo scopo di non coprire la spesa necessaria per l’operazione.

Contattati inutilmente i singoli dirigenti, i medici titolari del responso finale, ecco che alla donna non resta che armarsi ed agire, rivendicando con la forza un diritto che dovrebbe essere ormai inalienabile: la possibilità di far sopravvivere un proprio caro, di preservare la propria famiglia ritrovando la serenità.

Strutturato come un thriller che cresce di tensione poco per volta, Plà sfrutta una soluzione narrativa che anticipa le conseguenze finali del gesto che invece verrà rappresentato poco per volta, secondo un’escalation motivata dalla disperazione e dall’impotenza verso un organismo che risulta troppo perverso e contorto per essere affrontato con la correttezza di una battaglia ad armi pari.

Denso di avvenimenti e conciso, senza inutili preamboli, il film, di soli 70 minuti circa. procede verso la sua strada con una efficace capacità di narrazione, evitando inutili scene madri ed esaltazioni concitate: la realtà drammatica della consapevolezza di battersi in modo assolutamente impari contro un sistema corrotto e perverso non hanno bisogno di scene madri esaltate, gore o particolarmente esagitate: la realtà prende il sopravvento rendendo più lucido l’operato della protagonista, trascinata nella disperazione più cupa da circostanze e sotterfugi davvero vergognosi e disumani.

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