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Un mercoledì di maggio

Regia di Vahid Jalilvand vedi scheda film

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La recensione su Un mercoledì di maggio

di alan smithee
8 stelle

Due donne combattono una dura battaglia per riuscire a venire a capo ognuna del proprio dilemma od ingiustizia subita. In palio un premio irrinunciabile, frutto di un altro drammatico avvenimento. Dall'Iran un'altra gemma preziosa che arricchisce un tesoro cinematografico irrinunciabile.

NUOVO CINEMA TEHERAN - CAPITOLO 2)

Due donne, un annuncio che illude e getta confusione all'interno di un quartiere cittadino, presso cui accorre un fiume di gente, attirata dalla promessa di una somma ingente che per molti costituirebbe davvero un toccasana, o comunque una svolta considerevole della relativa spesso grama esistenza.

Due donne, ognuna con i loro problemai, accorrono nel quartiere indicato dall'annuncio, ognuna per cercare di rendersi aggiudicataria della somma che un distinto signore, ha deciso di mettere a disposizione di chi risulterà più meritevole e bisognoso.

Con un artificio temporale di rimandi piuttosto concitato e tecnicamente piuttosto ben centrato, la regia impiega diverso tempo a raccontarci le problematiche di ognuna delle due donne che più di ogni altro risulteranno in lizza per la consegna della somma.

Ma a quel punto tutto ci sarà chiarito, anche le ragioni che spingono l'uomo, contro il volere di ogni altro suo caro, a mettere in pratica il suo eccentrico proposito.

Una storia complessa ed intricata che consente innanzi tutto al regista  Vahid Jalilvand, anche interprete di un personaggio collaterale dell'articolata vicenda, di sviscerare, ognuna nella loro più schietta drammaticità, problematiche comportamentali condizionate dall'ottusità, spesso unita alla malafede, di certi conportamenti istituzionalmente considerati come ufifcialmente riconosciuti da una civiltà ancoira troppo ancorata a usanze e costumi oltremodo castranti e crudeli nei confronti soprattutto del lato più debole della società, ovvero la figura della donna.

Il film ha un piglio efficacemente sostenuto ed una drammatica soluzione convergente in cui nessuno risulterà il vero vincitore, dovendo ognuno scendere a patti con un dato di fatto, una convenzione, un regolamento, una legge che ne lede in modo inequivocabile la libertà d'azione e persino quella di pensiero, lasciando ognuno schiavo frustrato dei propri pur legittimi desideri ed aspirazioni, affogati dal'intransigenza e dall'ignoranza di una società che non vuole emanciparsi per timore di perdere la predominanza sulla parte sottomessa.  

Dall'Iran, patria di talenti cinematografici straordinari, un nuovo prezioso tassello di una cinematografia neorealista che sfida i divieti e le castrazioni del potere illuminandoci con una grazia altrove decisamente inconsueta.

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