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L'abbiamo fatta grossa

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su L'abbiamo fatta grossa

di maghella
3 stelle

Carlo Verdone ha scritto, diretto e interpretato un telefilm. “L'abbiamo fatta grossa” è sotto tutti gli aspetti un film/telefilm (o fiction che dir si voglia), o meglio ha quel tipo di struttura, sia a livello registico che recitativo, soprattutto la sceneggiatura pare concepita per un palinsesto televisivo di prima serata (in replica nel primo pomeriggio dopo il tg). Mentre vedevo il film/telefilm, mi aspettavo quasi una interruzione pubblicitaria, non nego che in qualche caso me l'auguravo per poter cambiare canale. La trama? Pasticciata e confusa, scritta sui panni dei due comici che nonostante tutto facevano fatica a indossare. Yuri Pelegatti (Antonio Albanese) si rivolge ad Arturo Merlino, un improbabile detective privato, per scoprire se la ex moglie ha una nuova relazione con il suo avvocato. Da qui nasce tutta una sequenza di equivoci, che metteranno i due in cattivissime acque. Una trama degna del peggior cinepanettone (Verdone forse ambisce a questo nuovo obiettivo?), che annaspa tra battute obsolete, sketch poco divertenti, recitazione forzata, e che si perde tra mille lacune.

Verdone voleva riproporre la formula della coppia di comici, che tanto ebbe fortuna negli anni 70/80, che sbancava i botteghini e che suscitava l'ilarità del grande pubblico. Esperimento che aveva già collaudato nel lontano 1984 con “I due carabinieri”, insieme ad Enrico Montesano. In quel caso però, nonostante il film non sia un capolavoro, il risultato era almeno sufficiente in quanto c'era un minimo sforzo nella sceneggiatura se non proprio nella regia. A distanza di più di trent'anni Verdone ha perso di lucidità, non sfrutta al massimo le potenzialità di Albanese e non da il giusto risalto alle sue. Mancanza di idee, e quelle poche che vengono raccontate, appaiono stanche e non convincenti. E' forse per questo che questo ultimo film appare sottotono, e di formato ridotto.

Quello che mi spiace è vedere un attore e regista come Carlo Verdone in tale difficoltà. Verdone mi è simpatico da sempre, ha una simpatia innata e ha fatto film molto divertenti, ma credo che “in vecchiaia” abbia bisogno di essere diretto più che dirigere. L'occhio che utilizzava per guardare il mondo che ci circondava per poi prenderlo simpaticamente in giro si è annebbiato, ha perso lo smalto e quello che ci racconta -ma soprattutto il modo- appare appiattito e forzato. Antonio Albanese rimane Antonio Albanese in qualsiasi film che fa, almeno che non interpreti qualche suo personaggio televisivo. Il sorriso arriva in qualche sporadico momento proprio quando i due comici si lasciano andare e risultano così più spontanei in due ruoli che sicuramente non li ha aiutati a venir fuori al meglio.

 

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