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Le confessioni

Regia di Roberto Andò vedi scheda film

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La recensione su Le confessioni

di LAMPUR
2 stelle

 

Toni Servillo

Le confessioni (2016): Toni Servillo

Confesso. Erano anni che non mi sorbivo tanta fuffa tutta insieme. Storia fuffosa, pretesti fuffosi, personaggi fuffosi, set fuffoso, dialoghi fuffosi.

Andava proiettato in Fiera non al cinema questo festival del nulla vestito da pseudoparacinema.

Servillo ormai si sta specializzando, serve solo da maschera buffa.

Lo puoi vestire da dandy, da prete, da giocatore di poker, allenatore di football.

Sempre quell’espressione tiene su. Faccia da schiaffi.

Gli altri pupazzi di questo presunto G8 in versione macroeconomica invece, li prenderesti anche a calci. Protagonisti, comprimari e comparse. Tutti con in comune una recitazione approssimativa, coadiuvata anche dalla vacua sceneggiatura feisbucchesca che ci intossica per estenuanti sequenze. Si salva giusto il cane. Doppiato bene almeno lui.

Ormai si è scatenata ‘sta gara al sorrentinismo, al simbolismo lento, all’inquadratura farlocca, all’eleganza posticcia, al dico e non dico, vedo e non vedo, dormo e non dormo (lo spettatore medio, io).

“Thriller ambizioso” l’hanno definito. Due termini lontani anni luce da quest’opera inopportuna.

Un’operetta fiacca, volutamente indolente e lagnosa e dalla significanza appositamente oscura, col Servillo certosino che confessa a casaccio e barcolla addirittura quando viene messo a conoscenza delle Grandi Manovre degli otto fantocci banchieri (in teoria belve affamate, questi manovratori del Denaro Mondiale, dipinti come burattini senza nerbo). Una commediola tenuta su dai soliti clichè  new age alla Osho, che scivola man mano in quel grottesco che vorrebbe addobbare da supponente monito.

Il Dio Denaro governa il mondo e dell’etica se ne sbatte.

Siamo basiti. Grazie per averci reso edotti.

 

Pierfrancesco Favino, Marie-Joseé Croze, Togo Igawa, Richard Sammel, Aleksei Guskov, Stéphane Freiss, Andy de la Tour, John Keogh

Le confessioni (2016): Pierfrancesco Favino, Marie-Joseé Croze, Togo Igawa, Richard Sammel, Aleksei Guskov, Stéphane Freiss, Andy de la Tour, John Keogh

 

C’è un’equazione ricorrente nella pellicola, ed è quella che dovrebbe sconvolgere il Mondo, ma ad una sola incognita nascosta tre la variabili, e cioè: è cinema questo di Ando’?

Riusciamo noi a fornire una soluzione matematicamente certa: no.

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