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Grotto

Regia di Micol Palluca vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Grotto

di Fanny Sally
5 stelle

Esperimento di cinema per ragazzi all'italiana poco convincente.

Un gruppetto di ragazzini in età preadolescenziale, quattro maschi e una bambina, in seguito ad una sfida si smarrisce all'interno di alcune grotte dove incontra una strana creatura che si esprime solo tramite suoni gutturali ma è dotata di facoltà guaritrici.

 

Favoletta per ragazzi di produzione italiana - caso più unico che raro - che malgrado l'ottima accoglienza ricevuta al Festival di Giffoni del 2015 (in cui ha ottenuto anche il premio come miglior film), si rivela purtroppo un'opera poco riuscita, inconcludente, senza mordente nè ironia e disseminata da incoerenze e ingenuità varie che ne rendono la visione piuttosto insignificante.

La trama, dall'evidente e inevitabile struttura a misura di bambino, sulle prime sembra prendere spunto in più momenti da alcuni classici del genere risalenti soprattutto agli anni '80 e '90, primo fra tutto i Goonies, ma anche E.T. o Explorers, o tutto quel filone ambientato durante le vacanze estive, purtroppo però manca di profondità e coinvolgimento, salvo brevissimi momenti.

Particolarmente fastidioso risulta il doppiaggio dei giovani protagonisti, che a livello espressivo, pur essendo dei debuttanti, si muovono comunque discretamente, apparendo abbastanza naturali ed espressivi, chi più chi meno. Ciò che manca è il senso di avventura, di mistero o di leggera inquietudine, che ci si aspetterebbe i ragazzini provassero ritrovandosi in una situazione potenzialmente pericolosa se non mortale.

Le caratterizzazioni sono abbozzate, così come i riferimenti all'ambiente di provenienza e alla situazione familiare di ciascuno: si intuisce che sono tutti poco felici, che hanno dei problemi più o meno rilevanti, ma questa malinconia di fondo non trova la giusta espressione, soprattutto quando a prendere la scena è il buffo essere che riesiede nelle grotte, realizzato in maniera abbastanza approssimativa da una computer grafica acerba e imperfetta, ma soprattutto scarsamente delineato a livello caratteriale e poco integrato paradossalmente nella storia, tanto che il suo ruolo risulta quasi effimero ed ambiguo fino al finale, che si rivela ancora più incomprensibile e abbozzato, se non inquietante.

Il film risulta freddino dal punto di vista emotivo, nonostante l'ambientazione di indubbio fascino, e ciò contribuisce alla sua dimenticabilità.

Peccato perché in Italia non capita spesso che si investa in questo settore, ultimamente parecchio trascurato anche dall'industria cinematografica estera.

Tanto vale recuperare i classici del genere, che tutto sommato si sono ben conservati.

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