Regia di Peter Berg vedi scheda film
Cronaca dell'esplosione realmente avvenuta della piattaforma trivellatrice Deep Water Horizon nel golfo del Messico nell'anno 2010, che causò la morte di 11 operai addetti alla manutenzione.
Peter Berg conosce il valore di un esplosione su schermo. La sfida in questo genere di film è tutta nel ritmo e nella conseguente tensione, mantenere entrambi alti dopo il climax raggiunto ( in questo caso il così detto "blow out" , l'esplosione di petrolio che genera l'incendio).
Il regista ci riesce alla grande; paga dazio all'inizio con il solito quadretto familiare , poi incanala energia cinetica con l'uso della camera a mano. Assistiamo ad un continuo crescendo di tensione per circa una mezz'ora fino al ......boooooom! Una scena impressionante.
Un inferno di lamiere incandescenti, torri che stramazzano al suolo, ferraglia e bulloni che schizzano come proiettili in un apocalisse di petrolio e fuoco, elementi che si mangiano il film.
Berg inscena brutalmente l'inabissamento del suo personale Titanic, girando con la mente rivolta ad un unica protagonista: la piattaforma , vittima violentata dalla superficialità e dall'idiozia dell'uomo.
C'è un punto, una linea di confine che non si può superare oltre la quale il pubblico dice :" basta, sono tutte stupidaggini, non può accadere veramente". Berg tocca quel punto li, senza superarlo, mantenendo l'equilibrio scenico ed emotivo. In mezzo alla ricostruzione quasi da documentario delle cause del disastro ed alla violenta e rude messa in scena, gli attori fanno la loro parte, in particolare fa sempre piacere vedere Kurt Russell in forma.
Finale in abuso da rallenty ma è un peccato che si perdona. Un film che offre alto intrattenimento assolvendo appieno il proprio compito.
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