Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film
La morte del fratello maggiore costringe Lee Chandler a tornare alla città natale per prendersi cura delle esequie e del nipote adolescente rimasto solo. Purtroppo per Lee, questo permetterà ai ricordi di tornare sempre più strazianti e riportarlo a quel giorno che cambiò tragicamente la sua vita...
Un film sul dolore e sull'ineluttabilità del fato, quando un nostro unico minuscolo gesto produce una catena di eventi drammatici, rendendoci protagonisti e spettatori delle conseguenze, e la nostra stessa vita si spezza.
Si crea pertanto un prima e un dopo che non saranno mai più ricollegabili e che sembrano quasi mostrare due persone, due esistenze completamente diverse che Lonergan ci aiuta a riconnetere montando le squenze della vita di Lee in maniera alternata e contrapposta.
L'opera di Lonergan ha al centro la funzione narrativa: scarna e spoglia di altri orpelli, il Regista insegue e llustra la deriva umana di un uomo distrutto dal senso di colpa con riprese sempre focalizzate su di lui e una camera sempre ad altezza d'uomo.
Lee, che risente i fantasmi di un passato che comunque non ha mai accantonato neanche per un attimo e che cerca di anestetizzare conducendo una vita grama e maneggiando anche materialmente escrementi, è costretto dalla vicinanza del nipote, di cui si prende necessariamente cura, a trovare il modo per sopportare temporaneamente il presente, ma la rabbia verso se stesso che costantemente si porta dietro lo induce ad atteggiamenti autodistruttivi fino all'intenso finale.
Casey Affleck esegue una prova credibile di sofferenza mantenendo una espressione monocorde per tutto il film e uno sguardo spento, solo a tratti arcigno, che inizialmente fanno pensare all'interpretazione di un personaggio psichiatricamente "borderline" e solo successivamente fa svelare il dramma che si nasconde dietro quella maschera.
Dopo Conta su di me, un'altra opera intensa sui rapporti umani e sui loro risvolti psicologici da parte del Regista.
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