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Manchester by the Sea

Regia di Kenneth Lonergan vedi scheda film

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La recensione su Manchester by the Sea

di Piace91
7 stelle

Ci vuole un po' di tempo per metabolizzare questo film. Almeno, nel mio caso è stato così. Manchester by the sea piace, ma non conquista. Esattamente come Casey Affleck: un'interpretazione che mi è piaciuta moltissimo per la varietà di sentimenti ed emozioni mostrate senza cambi di espressione né di stato d'animo, ma non posso dire che Lee Chandler popolerà il mio immaginario nei prossimi anni. Innegabilmente, però, il film è una visione consigliata e decisamente piacevole. Ho apprezzato molto come Lonergan abbia raccontato una storia di dolore e malinconia senza scadere mai nel piagnucoloso e nei clichè strappa-lacrime da film facilone. Anzi, per tutta la sua durata l'ultimo lavoro del regista newyorkese ha una certa grazia e una sorta di triste fascino, immerso com'è nell'inverno gelido e luminoso del New England, che tempra gli uomini e ne plasma il tempo. Il tutto è aiutato da una musica che sembra quella di un film islandese, padrona della scena in alcune sezioni, un po' invadente in altre. In generale, sia il cast che il comparto tecnico fanno un gran bel lavoro.

 

Nel suo saper mischiare bene il dramma con momenti di ironia, Manchester mi ha ricordato i lavori di Payne: focus su un personaggio, sulla sua situazione, la sua evoluzione, per una riflessione generale sull'animo umano condita con sapiente humour. Nel caso del film di Lonergan, però, a un certo punto ti chiedi dove il regista voglia andare a parare, ti senti come in un girotondo di emozioni, che è forse ciò che chi grida al capolavoro ha apprezzato di più. Non ci sono espedienti, non è un road movie come quelli di Payne, anzi, tutto è incastonato in un paesino il cui sindaco è l'inverno, ma ciò non giustifica la sostanziale assenza di sale nella sceneggiatura. La stessa evoluzione del personaggio è bloccata. La scena finale, per quanto molto tenera ed emozionante, ci mostra un Lee quasi identico al Lee iniziale. Forse è proprio ciò che il regista si è prefissato: mostrare come una tragedia rivolti completamente un uomo, che ora pensa solo a difendersi dal proprio senso di colpa e a non aprirsi in nessun modo a tutto ciò che potrebbe rompere il suo fragile equilibrio. In questo senso è un film ben dosato e capace di toccare determinate corde senza sprofondare nel patetico, pur caratterizzato da qualche punto morto.

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