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Vivere e morire a Los Angeles

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Vivere e morire a Los Angeles

di Paul Hackett
9 stelle

L'agente dei servizi segreti Chance, un malato di adrenalina che ama sfidare i propri limiti lanciandosi dai ponti con il bunjee-jumping, perde la testa quando il suo “gemello” viene ucciso dallo spietato falsario Masters e decide di vendicarne la morte anche a costo di violare apertamente la legge. Al suo fianco, nella pericolosa operazione, il nuovo partner Vukovich e un'amante/informatrice che, forse, sa più di quanto voglia far credere.

 

Probabilmente il noir per eccellenza degli anni 80: crudo, violento, disperato, febbrile, adrenalinico, scandito da una splendida colonna sonora (dei Wang Chung), a volte serratissima, altre bizzarramente festosa, come un'incongrua euforia chimicamente indotta (è un caso che siamo negli anni dell'esplosione del fenomeno cocaina?). Un innovativo capolavoro di montaggio e sceneggiatura diventato rapidamente oggetto di culto ed evidente modello per il poliziesco di lì a venire, non solo cinematografico, ma anche televisivo (alcuni serial dei nostri giorni gli sono palesemente debitori).

 

Cast eccellente e, in qualche modo, “irripetibile”: William Petersen, perfetto nella sua ossessiva ed ossessionata fissità, non si ripeterà mai più a questi livelli, ritrovando la sua cifra d'attore solo quindici anni più tardi, con il personaggio di Grissom in CSI: Scena del Crimine (a proposito di serial); Wilem Dafoe è un villain a dir poco sontuoso, mentre il bravo John Pankow disegna una indimenticabile figura di agente in bilico tra santità e dannazione. Da segnalare anche la curiosità della presenza di un esordiente John Turturro e di due sensuali meteore di quegli anni: Darlanne Fluegel e Debra Feuer, ai tempi moglie di Mickey Rourke e successivamente coinvolta nel deplorevole Il Burbero di Castellano e Pipolo.

 

Grandiosa, va senza dire, la regia di William Friedkin.

 

Un film indispensabile per comprendere l'evoluzione del cinema noir: 9/10.

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