Regia di Frank Capra vedi scheda film
George Bailey ha sempre vissuto preoccupandosi del prossimo, sacrificando spesso le proprie ambizioni e rimanendo alla fine sempre nella stessa piccola cittadina, pur essendo stato desideroso di viaggi ed avventure.
La notte più cupa della sua vita è quella in cui si rende conto che, nonostante le attenzioni e le premure, si trova nella difficoltà di rifondere un debito alla banca col rischio di vedere messo a rischio il suo lavoro e le condizioni di vita della famiglia. Al colmo della frustrazione e della depressione e mentre guarda, molto tentato, le acque limacciose e scure del fiume, uno strano personaggio gli farà però osservare la sua situazione da una prospettiva del tutto alternativa ...
Frank Capra ha caratterizzato la filmografia hollywoodiana degli anni '30 riuscendo a rappresentare come pochi altri la disperazione sociale vissuta dopo la Crisi economica del 1929 mescolata alla speranza rappresentata dal "New Deal" di Roosvelt. Nelle sue opere si parla di conflitti e solidarietà, con storie personali sempre toccanti in un mix capace di conquistare critica e pubblico.
In "La vita è meravigliosa", a mio parere la penultima delle sue opere significative (*) e comunque suo testamento spirituale, si ripropone una osservazione sincera della vita e delle sue contraddizioni, associandola a una visione ottimistica, a tratti moraleggiante, ma caratterizzata da una pervicace fiducia nelle capacità di riscatto dell'essere umano e dalla sua abilità di risollevarsi dopo una grave caduta.
Tra i meriti del film, secondo la leggenda, c'è anche quello di aver restituito al cinema James Stewart, reduce dopo la Guerra e incerto se riprendere la carriera artistica.
(*) corretto dopo l'osservazione di Jonas (vedi sotto)
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