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Videodrome

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Videodrome

di tafo
10 stelle

Videodrome è un film di pessimismo radicale. Con il suo stile fluido e classico, col suo montaggio invisibile, con il suo intreccio che sembra incatenare logicamente gli eventi, per poi far scontrare la logica della narrazione con il codice disorientante dell'allucinazione, immerge lo spettatore in un gelido universo da incubo, senza possibili soluzioni nè vie d'uscita " (Gianni Canova )

Il crash cronenberghiano trova qui la sua perfetta alchimia. Organico e elettronico si scontrano e creano un'entità nuova, un uomo nuovo contaminato dalla capacità invasiva della televisione. L'umanità che diventa spettatrice sempre più consapevole ma sempre meno capace di staccarsi dall'influenza del mezzo trova qui la sua visone definitiva. Il meccanismo di attrazione-repulsione verso la religione catodica ci permette di dichiararci atei solo per non ammettere di esserne sempre più indottrinati. La ricerca di qualcosa di più reale del reale non può essere solo il desiderio di un capo di una tv privata per aumentare gli ascolti ( questo in Italia si chiama politica). L'aspetto ludico-commerciale-berlusconiano scompare nel momento in cui Max Renn comincia a vedere le cose da un altra ottica e la percezione si squaglia e si ricompone saltando i confini tra sogno, allucinazione e realtà. L'incontro tra uomo e tecnologia produce qualcosa di inorganico che non ha più il completo controllo di se, che deve subire gli in­serti, che non sa e non può opporsi al contagio, soggetto di una trasformazione in parte subita e in parte voluta, per non restare escluso dal sistema audio-visivo. Un film debordante e debordiano, che porta alle estreme conseguneze fisiche le teorie della società dello spettacolo, che ci fà male perchè ci entra dentro. Distrugge le nostre (in)certezze, violenta il nostro inconscio e ci consegna un unico messaggio positivo: il cinema non può cambiare le cose ma può farci vedere la vera essenza del nuovo uomo nella sua ricerca spasmodica di iperrealtà.
Il gioce è finito, la realtà non esiste, la televisone è verità. 

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