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Videodrome

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Videodrome

di maso
7 stelle

Max Renn è il promoter di una mediocre emittente televisiva sempre alla ricerca di idee ad effetto capaci di attirare nuovi spettatori, un bel giorno gli capita di sintonizzarsi su un canale pirata che trasmette programmi violenti e sessualmente deviati al limite dellla legalità e della visibilità vista la bassa qualità delle immagini, da quel momento inizia per lui una discesa agli inferi attraverso il tubo catodico in un crescendo incontrollabile di allucinazioni e violenza.

Il messaggio che Cronenberg ci vuole dare è ben chiaro: la generazione della televisione è sempre più schiava della stessa tanto quanto la televisione dipende dalla produzione delle creazioni sempre più spesso perverse della mente umana, esemplare in tal senso è la frase del dottor Oblivion che affermando di avere un tumore al cervello sottolinea come in un primo momento fosse convinto che le sue allucinazioni fossero prodotte da esso mentre in "realtà" sono proprio quelle allucinazioni ad aver prodotto quel male incurabile, questa dipendenza da immagini finte che devono apparire come vere o immagini vere che possano inculcare il dubbio di essere finte ma che in entrambi i casi costringono lo spettatore a non distogliere lo sguardo da quello schermo sempre più invadente come nella scena in cui la pistola che Renn ha nascosto nel suo ventre, capace di aprirsi come un videoregistratore, si protende verso la stanza modellando quello stesso schermo che sembra un tessuto epiteliale con sangue e vene.

Cronenberg non vuole raccontare una storia lineare ne tanto meno spiegare il suo punto di vista, vuole unicamente scioccare i suoi spettatori tanto e come la talevisione all'inizio degli anni ottanta era intenzionata a fare con i propri ed è innegabile che questo film è un crescendo di immagini raccapriccianti che con il passare dei minuti sopraffanno la trama tracciata nei primi venti minuti di pellicola, più o meno fino all'entrata in scena di Debbie Harry che attira James Woods nell'universo di Videodrome con la sua carica erotica e di riflesso noi innocenti e assetati di sesso filmico che stiamo visionando con la stessa identica curiosità un film che si intitola "Videodrome".

Io personalmente ho apprezzato molto il talento espresso da Cronenberg in questo suo tagliente lavoro che non può prescindere dall'opera del mago dei trucchi visivi Rick Baker, ho trovato geniale la scena in cui Woods è ormai su tutti i telegiornali per la strage compiuta e si ferma accanto ad un mendicante che al freddo staziona ad un angolo della strada elemosinando qualche spicciolo ai passanti in cambio di qualche istante di immagini televisive trasmesse dal suo piccolo portatile che in inverno consuma le batterie più rapidamente proprio a causa della bassa temperatura ma di controaltare il mio interesse per il film in se è calato in pari proporzione alla logica di una trama che non ha nessuna logica, nessun senso compiuto se non quello di denunciare ciò che ho appena cercato di spiegare, è per questo che  "Videodrome" è per me un film di sicuro interesse che colpisce lo spettatore e consegna un messaggio minatorio nei confronti del mezzo televisivo ma a lungo andare lascia troppo spaesati per la scarsezza di logica e l'abbondanza di nonsense.

Cosa cambierei

Avrei provato a dargli un senso anche se ammetto che l'impresa era ardua

David Cronenberg

Che sia un gran manico nessuno può metterlo in discussione

James Woods

Ottimo in questo ruolo per cui è stato scelto con grande sapienza da Cronenberg

Deborah Harry

Debbie è una grande cantante e non una grande attrice ma non sfigura in questa parte ed è pur sempre un bocconcino prelibato

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