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The Infiltrator

Regia di Brad Furman vedi scheda film

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La recensione su The Infiltrator

di alan smithee
7 stelle

Quando si riesce bene in qualcosa è difficile uscire completamente dal giro e cambiare attività, mestiere, mansione.

Anche quando stiamo parlando di pericolose attività svolte sotto copertura per combattere organizzazioni criminali potenti e senza scrupoli.

E’ quello che succede all’agente speciale Robert Mazur, specializzato a spacciarsi per trafficante di droga, ed abile ad infiltrarsi tra le cosche per sgominarle, non senza mettere a rischio la propria sicurezza, e talvolta quella della propria famiglia.

I cattivi non sono così fessi da farsi fregare, o non così tanto in modo che l’azione possa definirsi di routine.

Per questo motivo all’agente, in seguito al successo dell’ultima operazione segreta, viene richiesto di impegnarsi almeno ancora una volta nella sua collaudata carriera, in un nuovo eclatante caso, avente per obiettivo (molto ambizioso) l’infiltrarsi nel cartello dei principali trafficanti di droga colombiani del clan di Escobar.

Nonostante i pericoli che lo aspettano, la resistenza della moglie dell’agente, preoccupata per i rischi che il consorte si sobbarca per senso del dovere, più che per una vera aspettativa di ricompensa, l’uomo si impegna a fondo riuscendo a infiltrarsi nel miglior modo addentro al sistema, guadagnandosi poco per volta la fiducia dei vari elementi di una vera e propria scala gerarchica dedicata a delinquere, forte pure di intuizioni notevoli come quella di concentrarsi sui flussi di denaro derivanti dal commercio di stupefacenti, piuttosto che sulla materia prima, più difficile da rintracciare.

Autore in precedenza di due film non certo memorabili (The Lincoln Lawyer e Runner Runner), l’americano Brad Furman trova finalmente una via ispirata in questa accurata e molto efficacemente ambientata trasposizione di una storia vera avvenuta negli anni ’80, ricostruiti con grande attinenza e ricerca dei particolari.

L’ottimo Bryan Cranston, qui ringiovanito e scattante come un Tom Selleck di una versione seria di Magum P.I., è calato molto bene nel ruolo del protagonista spione e talpa alla ricerca delle prove necessarie per incastrare l’organizzazione.

Lo affiancano noti attori di spessore come John Leguizamo (il socio infiltrato) e Benjamin Bratt (uno dei boss di punta del sistema, braccio destro di Escobar), mentre a Diane Kruger tocca il pertinente ruolo della finta fidanzata del nostro finto boss.

Un film che, nonostante la complessità del meccanismo, funziona bene e scorre via forte di una certa suspence e di un efficace dinamismo del racconto.

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