Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Ennesimo adattamento filmico incentrato sull’eroe principale del ciclo bretone, tenta un difficile connubio tra generi e stili diversi, allo scopo di abbracciare il pubblico più vasto. C’è davvero di tutto in questo fantasy eroico: azione, avventura e tragedia si mescolano continuamente, anche se non sempre con la necessaria organicità, declinate in un racconto che tiene molto in considerazione sia gli stilemi dell’epica – e il suo tipico andamento rapsodico, spesso analettico, riscontrabile lungo tutta la durata – sia un codice narrativo fatto di accelerazioni, prolessi e ironia per sciogliere la tensione del dramma familiare all’origine della storia o quando il tono si fa troppo cupo, regalando talvolta momenti di pura comicità e persino humour nero (il soggetto è di David Dobkin, che ha scritto anche quello per Il cacciatore di giganti, regista di Due cavalieri a Londra e 2 single a nozze). Ma ciò non impedisce al film di risultare stancante o comunque noioso, specie nelle sequenze che suscitano inevitabili sensazioni di déjà vu, palesemente riprese da altri esemplari del genere fantastico letterario, cinematografico e televisivo: Il Signore degli Anelli ma soprattutto le Cronache del ghiaccio e del fuoco trasposte nella serie Il Trono di Spade, da cui proviene Michael McElhatton, l’interprete di Roose Bolton (nel film arturiano è Jack l’Occhio).
Stando alle dichiarazioni della Warner Bros., si tratta del primo capitolo di una prevista esalogia: d’altronde, la Materia di Britannia è abbondante.
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