Regia di Tom Hooper vedi scheda film
Il regista de "Il discorso del re" realizza una versione elegante ma edulcorata della storia di Einar/Lili, uno dei primi transessuali a sottoporsi ad una operazione chirugica di riassegnazione del sesso, trasponendo sul grande schermo il romanzo di David Ebershoff che già modificava la storia in più punti, omettendo che la moglie Gerta fosse bisessuale e che dopo la transizione il loro matrimonio venne sciolto e le si risposò e tralasciando il fatto fondamentale che la vera Lili morì in seguito al tentativo di impiantarle un utero. Il sospetto è che si sia cercato di rendere la vicenda più appetibile per il grande pubblico avvolgendola in una patina zuccherosa ed un po' buonista, con la fedele mogliettina che rimane accanto a Einar fino alla fine. Il regista fa poi l'opinable scelta di concentrarsi esclusivamente sulla relazione tra Einar/Lili e la moglie Gerda, su come la coppia viva la transizione del marito a donna, lasciando sullo sfondo tutto il resto, anche elementi che sarebbero stati molto più interessanti e pertinenti, come la reazione della società degli anni 20 alla transessualità della protagonista. Sullo schermo ci sono sempre solo Einar e Gerda, anzi Gerda addirittura più di Einar, il che rende assolutamente ridicolo il premio Oscar come attrice "non protagonista" vinto da Alicia Vikander per questo ruolo. Eddie Redmayne è comunque bravissimo a rendere il tormento di un individuo che sentiva di vaere due peronalità dentro di sè e la confezione dellla pellicola, pur tradizionale e certamente non innovativa come è nello stile di questo regista, è pregevole; la ricostruzione storica, i costumi, le musiche, tutto è curato nei dettagli. Tuttavia la storia di un personaggio anticonvenzionale e all'avanguardia come Einar/Lili avrebbe meritato più coraggio e innovazione nella sceneggiatura e nella regia.
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