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The Danish Girl

Regia di Tom Hooper vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Danish Girl

di Utente rimosso (cinerubik)
8 stelle

TOM HOOPER (Il discorso del Re, Les Misérables) prende in mano la storia di Lili Elbe, l'evoluzione femminile del pittore paesaggista Einar Wegener (siamo nella Danimarca dei primi decenni del secolo scorso) e ci offre una creativa (molto cinematografica) trasposizione degli eventi che hanno innescato il cambiamento caratterizzante di tutta la sua vita. The Danish Girl è un film da non sminuire (anche se preceduto da una campagna mediatica forse eccessiva) e allo stesso tempo da non sopravvalutare; in continuo equilibrio tra ironia e dramma, mostra una realtà bigotta, quella delle "etichette" con le quali, da sempre, si cerca di dare valore assoluto alle definizioni di follia e normalità. La natura, quando non compresa, in tale mondo viene umiliata con gli appellativi di perversione, schizofrenia, pazzia. Certo, la trama non si nasconde dietro un dito e l'argomento è ben noto e assai caldo ancora oggi, tuttavia mentre le immagini scorrono non c'è percezione di alcun tentativo d'ingigantire il dramma ma è come se questo si trovasse confezionato un "abito su misura" coadiuvato da un'apprezzabile (forse, è vero,  non sempre riuscita) ricerca della poesia che passa dal visivo al sonoro e viceversa. Si parla di Einar Wegener (Eddie Redmayne), pittore apprezzatissimo nelle sue esposizioni a Copenaghen e felicemente sposato con la bella Gerda (Alicia Vikander), pure lei pittrice (ritrattista) anche se ancora in cerca della giusta ispirazione. Un giorno, a causa del ritardo di una delle sue modelle, Gerda convince Einar a posare in abiti femminili e questo risveglia in lui una sua (da tempo rimossa) personalità femminile alla quale, i due giovani divertiti, danno nome Lili. È l'inizio di un'intima e progressiva trasformazione che implica il "soffocamento", fino alla completa sparizione, del ruolo maschile di Einar dal quale, come dal seme, la natura spingerà alla luce il fiore di Lili. L'intreccio s'avviluppa ai personaggi ora come una morbida sciarpa e ora come pianta rampicante zeppa di spine e il cambiamento (drammatico soprattutto dalla prospettiva di Gerda) li vedrà insieme, innamorati fino all'ultima briciola di Einar rimasta, a combattere per l'individuazione di Lili. Sempre più spesso si tende a confondere l'amore vero con tutto ciò che viene fatto all'interno di una coppia (sacrifici, rinunce, concessioni, compromessi, eccetera) allo scopo di tenere vivo il rapporto e salda l'unione. A mio modo di vedere esiste un altro amore ed è quello che viene messo a nudo in questo elegante nonché delicato film. Assecondare i desideri della persona amata nonostante la spingano in direzione contraria rispetto alla nostra vita non è affatto facile ma è privo di quel pizzico di egoismo insito nel rapporto di coppia, ed è per questo amore all'ennesima potenza. I due protagonisti, Eddie Redmayne e Alicia Vikander (premiata con un meritatissimo Oscar), sono monumentali: lui nel far trasparire al tempo stesso il disagio di una femminilità dapprima inaspettata e poi fortemente voluta e lei nel trasmettere allo spettatore la "sanguinante", disperata e innamorata convivenza con una persona totalmente differente (nel senso più completo) dall'uomo che ha sposato. Non mancano i momenti che stringono gola e petto a serratura ma senza gli eccessi registici di chi crede che ricercare morbosamente le lacrime della platea sia un valore aggiunto al dramma; come dicevo, tutto converge verso arte e poesia in un crescendo che pur includendo frammenti di "già visto" o di vagamente "intuibile", fa assorbire tristezza per far traspirare un senso di sollievo per quel breve volo da Icaro, preferibile sempre e comunque a mille anni di prigionia in un corpo estraneo.

 

                                         

Eddie Redmayne, Ben Whishaw

The Danish Girl (2015): Eddie Redmayne, Ben Whishaw

 

"Dunque questo medico dice di essere in grado di farti diventare donna?" "Oh no. Dio mi ha fatta donna e il dottore mi sta aiutando con l'aspetto" (ho visto il film in lingua originale e spero di aver colto fedelmente il dialogo, in caso contrario me ne scuso).

 

La colonna sonora non è invadente ma è anch'essa un colpo di pennello, leggera, un tocco breve che completa un buon insieme. Piacevoli i paesaggi e le ricostruzioni di ambienti (come saloni, vicoli o il mercato del pesce) e pregevoli i costumi. Chiudo con una considerazione, il film è ambientato esattamente un secolo fa e tra convinzioni radicate in moralità popolari o religioni era facile immaginarsi una "normalità" a seconda dell'ambiente quotidiano; ritengo però, in un mondo occidentale che ci ostiniamo a credere libero, che troppe volte si sovrappongano le nostre idee a quelle degli altri. Siamo ancora qui a etichettare tutto e tutti e questo polverone, questo fumo senz'arrosto, valorizza ancora di più la storia di Lili Elbe, coraggiosa pioniera nell'inseguire il suo più grande desiderio in un mondo inscatolato e codardo.

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