Regia di Vincent Garenq, Julien Rappeneau vedi scheda film
Una morte inaspettata, impossibile da accettare, tanto più quando le circostanze non consentono di avere risposte chiare ed accettabili. Il calvario di un padre per arrivare alla verità durerà 30 anni. Il film ne scandisce le tappe in modo pedestre e senza alcun polso registico, senza stile e con una pedanteria disarmante ed irritante.
In nome di sua figlia agisce un padre, sconvolto dalla notizia della sua morte a 14 anni in circostanze poco chiare; devastato ancora di più perché tutto, dalle indagini, agli esami sul corpo della vittima, nulla risulta eseguito come si dovrebbe e tutto quello che spinge a restringere il cerchio sul compagno medico della ex moglie, viene invece tralasciato a favore della pista che preme su una morte per circostanze poco chiare di natura accidentale.
Ma il padre sa che il medico è coinvolto, che è un donnaiolo con la passione insana per le ragazze ancora minorenni.
Dal 1982, anno della sconvolgente morte, trascorrono quasi 30 anni che corrispondono al calvario di un genitore, creduto pazzo persino dall'ex moglie, che non vuole credere al coinvolgimento di quello che diventerà per lei l'ex compagno, nella morte della figlia.
Un uomo disposto a combattere, a divenire avvocato di se stesso, a spendere ogni proprio risparmio, subendo anche condanne e operando anche al di là dellalegge pur di incastrare il vero ed unjco responsabile.
Da uno sconcertante episodio di cronaca nera che divise Francia e Germania lungo tutto un controverso combattimento processuale senza fine, la coppia registica Garenq e Rappeneau (figlio di Jean Paul), danno vita ad un film bolso e sensazionalista che, pur calandosi con dovizia di particolari e sfaccettature in un passato lungo tre decadi, rimane piatto e inervallato da colpi di scena decisamente fiacchi, che puntano sul morboso di una vicenda che è solamente incredibile per chi la segue come fatto di cronaca, o dolorosa ed indicibile per chi la vive.
Scandito come una indagine processuale che sconfina nel giornalistico, il film non possiede un'idea di regia che lo distanzi ed elevi da una produzione televisiva di una piattezza disarmante, scossa qua e là, ma inutilmente, dalla prova dei due attori principali, famosi e carismatici, che tuttavia non possono ribaltare il giudizio su una produzione di stanco e basso tenore e stile televisivo.
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