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Sunshine Superman: The Journey of Donovan

Regia di Hannes Rossacher vedi scheda film

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La recensione su Sunshine Superman: The Journey of Donovan

di barabbovich
6 stelle

Una sua apparizione negli studi televisivi della BBC, nel 1965, fece di Donovan Leitch (ma il cognome non viene mai esplicitato in questo documentario che ne ricostruisce vita e carriera) "la risposta britannica a Bob Dylan". Voce nasale, chitarra e armonica a bocca, testi impegnati e antimilitaristi, ballate intimiste e canzoni d'amore: gli ingredienti c'erano tutti per fare di questo scozzese di Glasgow una delle stelle più luminose degli anni Sessanta. Il film che ne racconta la parabola che lo vide eclissarsi per quasi un ventennio (negli anni Ottanta e Novanta Donovan non pubblicò quasi nulla e fu costretto a ricominciare a suonare in piccoli locali, un po' come accadde al nostro Claudio Lolli dopo il successone di Ho visto anche degli zingari felici) ha un'impostazione molto classica che si basa su una lunghissima intervista solcata da molte immagini di repertorio che ben documentano le diverse vicende, tanta musica (immancabili Colors, Universal soldier, Happiness runs, Season of the witch e moltissimi altri hits) e dalla testimonianza di Linda Lawrence, la donna che sposò nei Sessanta.
Quella raccontata è una storia fatta di enorme successo ma anche di rovinose cadute (il fisco gli diede la caccia e Donovan fu costretto a trasferirsi in Giappone), delle influenze provenienti tanto dalla beat generation quanto da forme di misticismo orientale (un'ampia pagina del documentario è dedicata al viaggio in India con i Beatles). Nel film ci sono anche la partecipazione di Donovan ai grandi raduni rock, la lunga parentesi di vita trascorsa in Grecia, il tentativo di rinnovarsi anche come autore di colonne sonore (il nostro Zeffirelli lo volle per Fratello sole, sorella luna, ma Donovan scrisse anche la colonna sonora de Il pifferaio di Hamelin, nel quale interpretava una parte, e di Poor cow, film d'esordio di Ken Loach). Poi la decisione di ritornare a vivere di tornare a vivere in Europa, in Irlanda stavolta, dopo la lunghissima parentesi sulla costa pacifica degli Stati Uniti, a contatto con un music business volubile e scontroso, che ormai non lo voleva più. Raccomandato solo ai fan di canzoni come Catch the Wind, Mellow Yellow, Hurdy Gurdy Man, Jennifer Juniper e Atlantis o a nostalgici degli anni Sessanta.

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