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Silence

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Silence

di port cros
10 stelle

 

Addirittura dal 1988, quando il vescovo Paul Moore della Chiesa episcopale di New York gli consigliò di leggere il romanzo del giapponese Shusaku Endo’, Martin Scorsese aveva in cantiere questo film, un progetto della vita, che per sua e nostra fortuna è riuscito a tradurre in uno dei suoi capolavori, un potente affresco che ci travolge con la sua intensità e ci infonde un profondo senso di spiritualità e commozione.

 

 

Andrew Garfield, Adam Driver

Silence (2016): Andrew Garfield, Adam Driver

 

 

L'azione si svolge nel XVII secolo. Quando il gesuita missionario in Giappone padre Cristóvão Ferreira (Liam Neeson) non dà più notizie di sé e, nel mezzo della persecuzione anticristiana che imperversa nel Paese nipponico, giungono voci che avrebbe abbandonato la fede e vivrebbe come un giapponese, i suoi allievi padre Francisco Garupe (Adam Driver) e padre Sebastião Rodrigues (Andrew Garfield) ottengono dai superiori il permesso di partire dal Portogallo verso il Giappone per cercarlo e trarlo in salvo.

Come guida, a Macao reperiscono Kichijiro, un relitto umano che ha abiurato la fede per salvarsi la vita, mentre la sua famiglia è stata sterminata per essere rimasta fedele al cristianesimo. Il Giappone, in cui i due gesuiti sbarcano clandestinamente, si trova nel pieno di una brutale repressione della religione cattolica, fino a poco tempo prima in fiorente espansione: il potere dà la caccia ai missionari provenienti dall'Europa e tutti i convertiti devono abiurare o affrontare il martirio. Piccole comunità cristiane sopravvivono nascoste, vivendo nella paura e nell'isolamento. L'arrivo dei “padres” infonde sollievo e speranza nei contadini dei villaggi cristiani, ma i due devono rimanere nascosti e essere testimoni da lontano delle atroci sofferenze inflitte ai “Kirishitan”, che vengono crocifissi, bruciati vivi, annegati, torturati in tutti i modi. Un inflessibile inquisitore di nome Inoue sottopone i sospetti cattolici ad una crudele prova rivelatrice: calpestare un'immagine sacra di Gesù o della Madonna oppure morire in maniera atroce. Molti scelgono il martirio; altri, tra cui ripetutamente il già rinnegato Kichijiro, accettano di oltraggiare le icone per aver salva la vita. Kichijiro, uno dei personaggi più enigmaticamente interessanti della storia, continua a cercare il perdono e l'assoluzione di padre Rodrigues, nonostante continui ripetutamente, per debolezza, a rinnegare la fede ogni volta che viene sottoposto d una prova.

 

 

Yôsuke Kubozuka, Andrew Garfield

Silence (2016): Yôsuke Kubozuka, Andrew Garfield

 

 

Dopo la separazione dei due padres, Rodrigues continua a percorrere il Paese alla ricerca di Ferreira e man mano si trasforma fisicamente in una sorta di Cristo che sta vivendo la sua Passione, fino a vedere pesino il volto di Gesù sovraimposto al suo volto in una polla d'acqua. L'incorreggibile Kichijiro venderà Rodrigues all'inquisitore, che lo terrà prigioniero per sottoporlo ad una terribile prova: abiurare per salvare non sé stesso, ma le vite dei poveri convertiti, la cui apostasia non interessa più di tanto al potere, che preferisce cercare l'effetto destabilizzante del rinnegamento di un sacerdote missionario. Il dilemma morale posto da Inoue è quello tra la fedeltà a Dio ed il dovere di preservare le vite dei suoi fratelli: solo rinunciando alla fede, il sacerdote potrà fermarne la terribile sofferenza. L'inquisitore, negandogli l'eroismo del martirio a cui Rodrigues sarebbe pronto, gli dice beffardo: “Il prezzo della tua gloria è la loro sofferenza”. Quello tra Inoue e Rodrigues è anche un duello intellettuale: i due dibattono sull'esistenza di una verità universale applicabile in ogni dove, al di là delle differenze culturali, ed in particolare sulle specificità del Giappone che Inoue gli rinfaccia di non aver approfondito: “è una palude dove il cristianesimo non può radicarsi”. Il film ci racconta quindi anche dell'incontro/scontro fra diverse culture e tradizioni fondate su secoli di storia e dell'impossibilità di scendere a compromessi: Rodrigues risulta più volte presuntuoso ed arrogante nella sua incrollabile convinzione di star portando “la verità” e di poter conseguentemente cambiare un intero Paese dalla cultura millenaria.

Tuttavia, man mano che la storia procede tra sofferenze inenarrabili, il gesuita vede la sua fede sempre più messa alla prova dal silenzio di Dio di fronte all'agonia dei suoi figli: le sue preghiere non ottengono alcuna risposta e paiono di nessuna utilità.

Il diabolico piano di Inoue consiste, dopo avergli mostrato l'inutilità dell'eroismo di padre Garupe, nel fargli incontrare l'ex padre Ferreira che, come riportavano le voci, sottoposto allo stessa prova di Rodrigues, ha scelto di abbandonare il Cristianesimo e di abbracciare la religione e la cultura nipponiche, mettendo persino su famiglia con una donna locale. Ferreira cerca di indurre l'allievo a compiere la stessa scelta, dimostrandogli l'inutilità della sua ostinazione. Sconvolto dall'incontro col suo mentore, Rodrigues sente sempre più insostenibile il peso del silenzio della divinità che, al lacerante dilemma tra abiurare la religione e salvare la vita dei fedeli non dà risposta alcuna, finché, in una scena di sconvolgente potenza, Rodrigues sentirà (o crederà di sentire) la guida della voce di Gesù.

 

 

Andrew Garfield

Silence (2016): Andrew Garfield

 

 

Scorsese, che da ragazzo voleva farsi prete e addirittura diventare missionario, ha affrontato la tematica religiosa in diverse sue pellicole, ma in Silence vuole scandagliare tutta la profondità della fede, l'essenza stessa della fede, che pare individuare più nel dubbio che nella certezza dei dogmi. Le questioni teologiche se sia permesso compiere un atto malvagio per ottenere la salvezza degli altri e se valga più la fedeltà al Vangelo o la misericordia verso gli uomini si tramutano in dubbi laceranti, che, di fronte all'assordante silenzio di Dio, trasformano l'esperienza di fede in un viaggio pericoloso e tormentato, privo di un approdo sicuro, come è sottolineato anche dalla parte finale del film. Un personaggio esemplare di questa visione del cristianesimo è certamente Kichijiro, il debole che continuamente pecca ed abiura, ma ogni volta implora pentito l'assoluzione del perdono e segue Rodrigues come un'ombra, persino dopo averlo tradito e venduto, e rimarrà con lui fino alla fine.

 

Tutto questo travaglio interiore Scorsese riesce a renderlo meravigliosamente sullo schermo, traducendo, insieme al co-sceneggiatore Jay Cocks, il romanzo di Shusaku Endo’ in un racconto per immagini epico e commovente. Risultato raggiunto in pieno tramite la collaborazione coi suoi storici scenografi Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, che ricostruiscono alla perfezione il Giappone del '600, e col direttore della fotografia Rodrigo Prieto, che lo aiuta a creare poesia visiva dal sublime paesaggio in cui è immersa la vicenda e dai suoi colori: il verde delle colline, l'azzurro del mare (che si tinge spesso del rosso del sangue dei martiri), il marrone del fango, il nero delle oscure caverne, il grigiore della nebbia che tutto avvolge come il dubbio. Scorsese ci regala alcuni dei suoi "punti di vista di Dio" mozzafiato (i padres sulla scalinata ripresa dall'alto, la prua della nave che solca l'oceano, la macchina da presa che si eleva grandiosamente dai roghi sulla spiaggia), ma li alterna ad intensi primi piani dei volti, specialmente quando riprende Garfield attraverso i riquadri disegnati dalle sbarre lignee della prigione. Nella composizione delle scene di confronto con Inoue e gli altri dignitari nel cortile ho visto una chiara citazione di Kurosawa (il cortile di Rashimon e Kagemusha). Ma è alle scene di martirio (le più impressionanti: lo sterminio della famiglia di Kichijiro, la crocifissione dei tre “Kirishitan” inghiottiti dalle onde del mare, la tortura dei rivoli di acqua bollente e la decapitazione del contadino) che Scorsese riesce a dare una forza espressiva sconvolgente, raggiungendo il suo vertice emotivo nella scena della “prova” finale di Rodrigues.

 

 

scena

Silence (2016): scena

 

 

 

Tra gli interpreti, Andrew Garfield regge sulle sue spalle gran parte delle quasi tre ore di film, portando egregiamente a casa il ruolo finora più importante della sua carriera, per prepararsi al quale ha anche completato gli esercizi spiritali richiesti dall'ordine dei gesuiti. Uno scarnificato Andrew Driver, sullo schermo solo per una porzione del film, stupisce con la sua perdita di peso. Liam Neeson, che era già stato un gesuita in “Mission”, con un'ottima interpretazione dà profondità al confronto con l'ex allievo Rodrigues nella parte finale. Tra gli attori giapponesi, la prova migliore la dà Yosuke Kubozuka, l'interprete del debole e tormentato Kichijiro, mentre l'inquisitore Inoue di Issei Ogata mi è sembrato incongruamente macchiettistico nel suo modo di parlare e di muoversi.

 

 

Liam Neeson

Silence (2016): Liam Neeson

 

 

Per concludere: alla fine di questa recensione appassionata di un film così profondamente spirituale, nessuno potrà certamente pensare che io sia agnostico, come in realtà sono. Invero, la potente emozione che Silence è riuscito ad infondere in un non credente mi sembra una prova evidente della sua grandezza.

 

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