Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Capolavoro: solido, asciutto, antispettacolare, eppure molto coinvolgente e ricco di tensione. La regia è eccellente, e gli interpreti tutti bravissimi, specie Sinatra. Purtroppo la TV è molto restia a farlo vedere ed è troppo poco noto. Ma il merito principale del film è quello di mettere a nudo uno dei più controversi periodi della storia americana recente, cioè quello della fobia comunista e annesso maccartismo. Coloro che soffrivano di mania di persecuzione verso il comunismo e seminavano il panico, il sospetto, la delazione, la psicosi, finivano per fare il gioco degli stessi comunisti (URSS e Cina). Una lode ulteriore al film è quella di aver criticato quel tal anticomunsimo fobico senza essere un briciolo comunista, mostrando anzi l'abberrante realtà di quei regimi ora giudicati dalla storia, soprattutto in merito alle pratiche di lavaggio del cervello. La bravissima Angela Lansbury incarna anche un certo tipo di madre: dirigista, invadente, dispotica, che pretende di governare anche la vita sentimentale dei figli, e che in tal modo li distrugge. Il figlio invece paga carissima la sua incapacità a ribellarsi, manisfestata soprattutto quando la madre gli impone di lasciare la fidanzata. Anche i momenti sentimentali della pellicola sono ottimamente diretti e resi con molta sensibilità. L'opera ricorda "Telefon" e, alla lontana, "Allucinazione perversa". Le scene dell'incubo sanno essere sinistre pure con un'apparenza di distensione e normalità. Poche storie: registi, attori e film come questi oggi non ce ne sono più. Un film che tutti dovrebbero vedere e che è piaciuto tantissimo a me, che non sono affatto comunista.
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