Regia di Danny Boyle vedi scheda film
La scelta di indagare, parallelamente alla vita professionale, anche quella privata ben più travagliata e meno nota, da a questo film forse la marcia in più che serviva a uscire da certe sabbie mobili di chi vuole celebrare un personaggio a suo modo epocale (basti pensare ai cambiamenti che la società moderna ha affrontato grazie alla tecnologia, di cui Jobs fu uno dei principali artefici). Ed anche le spigolosità di carattere, la difficoltà ad ammettere i propri errori, la tenace ostinazione nel seguire strade mai percorse evitando le facili scorciatoie rendono ancora più interessante la vicenda umana e professionale di un pioniere della comunicazione prima che della tecnologia (visto che sono altri a mettere maggiormente mano ai sistemi tecnologici, mentre Jobs ha saputo meglio di altri "vendere" sogni e bisogni). Forse nel finale si cerca un facile buonismo, e questa è l'unica nota stonata di un film asciutto e senza fronzoli, ben recitato e ben diretto ma che lascia alcuni dubbi e interrogativi su quanto la "fame di sogni" possa sposarsi con il successo in un mondo dove comunque tutto passa dal risultato economico che l'idea anche più originale riesce ad avere.
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