Espandi menu
cerca
Steve Jobs

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Utente rimosso (SillyWalter)

Utente rimosso (SillyWalter)

Iscritto dal 30 novembre -0001 Vai al suo profilo
  • Seguaci 1
  • Post 1
  • Recensioni 115
  • Playlist 29
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Steve Jobs

di Utente rimosso (SillyWalter)
8 stelle

Un passo avanti ai visionari che immaginano e inventano il futuro ci sono i visionari che immaginano e inventano il modo di rubare loro il merito. 

         Il film di Danny Boyle è un caustico e coinvolgente  "dietro le quinte" interessato soprattutto allo scontro di caratteri all'alba di una sorta di "corsa all'oro" del terzo millennio.  L'immagine di Steve Jobs viene riassunta nei frenetici e sovraccarichi momenti che precedono tre decisive presentazioni inscenate nell'arco di dieci anni: quella del Macintosh, quella del "Next cube" e quella dell' I-Mac. Steve Jobs è l'attore che sta per andare in scena, una raffigurazione assolutamente appropriata per una delle icone del mondo contemporaneo che a conti fatti potrebbe essere visto anche come il miglior piazzista di futuro della giovane industria informatica. 

        Jobs è il comandante, l'uomo-immagine col carisma e la visione d'insieme che sovrasta (e sfrutta) quelli con le idee e le conoscenze pratiche. È quello che si preoccupa del marketing e di inezie estetiche portate a proporzioni paradossali. È quello che si crede Giulio Cesare circondato da nemici, che si paragona ad un artista o a un direttore d'orchestra. È lo stratega (qui certo geniale) che lancia un prodotto inutile e vuoto come il "next cube" solo per avere un cavallo di Troia che lo riporti dentro alla Apple. È uno stronzo ingrato, maniaco del controllo che non ammette i suoi errori e tantomeno riconosce i meriti altrui in pubblico per non togliere smalto alla sua immagine sapientemente costruita.

 

 

         Il ritratto che ne esce è deliziosamente smitizzante e iconoclasta. Un'operazione intelligente e rinfrescante perché, aldilà del fatto che la santificazione obbligatoria di Steve Jobs è durata fin troppo, è bene poi soprattutto ricordare che in fin dei conti ci stava vendendo qualcosa e che le regole del marketing sono le stesse anche per l'industria del futuro e per la religione informatica. Meglio quindi continuare ad uccidere i nostri idoli senza troppi scrupoli, che comunque "dietro le quinte" si troverà sempre qualcosa di più umano e istruttivo. 

        Il testo di Aaron Sorkin è un tessuto di grande finezza: dialoghi impeccabili, maturi e ritmatissimi, senza tregua, senza intoppi o appesantimenti di sorta. Quest'idea di concentrare tutti i nodi del caso Jobs nei 3 pre-show se anche non può non dar vita a forzature di sintesi, di sicuro non dà però il tempo di avvertirle e crea come un unico flusso di battibecchi, intrighi, durezze, vanità, oneste e brutali manifestazioni caratteriali che (aldilà della verosimiglianza del ritratto) nella vigorosa interpretazione di Fassbender rendono al meglio la statura del personaggio e la determinazione, l'ambizione fuori misura che lo muovono.

        Piccola pecca: non convincono granché gli accenni alla condizione di orfano rifiutato come a suggerire l'origine delle asperità del suo carattere. Ma non sono, appunto, che accenni poco calcati e non danneggiano certo l'equilibrio generale. Il rapporto con la figlia invece presenta risvolti interessanti. Se da un lato infatti riflette una sua evoluzione emotiva come padre che lo rende figura più complessa e accettabile stemperandone l'ostinata disumanità imprenditoriale (a questo contribuisce moltissimo anche il personaggio della Winslet, sorta di angelo custode-parafulmine), dall'altro in esso si evidenziano comunque le sue generali difficoltà a "sintonizzarsi" con le esigenze altrui anche quando è mosso da sentimenti di premura - ATTENZIONE SPOILER! - e se anche il rapporto padre-figlia sembra poi avviarsi sostanzialmente verso toni distesi e concilianti, c'è comunque un che di paradossale e "aridamente meccanico" in quel finale in cui a mediare tra di loro, ad avvicinarli, è in realtà un computer, sotto forma di un disegno fatto anni addietro dalla figlia piccola di Jobs col primo Macintosh. 

      

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati