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L'uomo di Laramie

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

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stanley kubrick

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'uomo di Laramie

di stanley kubrick
10 stelle

I SOGNI CHE DIVENTANO PREMONIZIONI SBAGLIATE

"Non limitare mai i tuoi sogni, ma fai di tutto affinché diventino realtà." Andrea Manfrè

Crepuscolare western di Anthony Mann, ultimo dei suoi cinque girati insieme a James Stewart. Grazie all'attore statunitense in stato di grazia, il film raggiunge una delle vette più alte che il cinema western abbia mai visto. Non solo per l'interpretazione che l'attore statunitense dà al suo personaggio, il capitano Lockhart, ma anche per il lungo cammino e le vaste storie intrecciate che caratterizzano la pellicola in questione. Ci sono vari paesaggi, ci sono vari personaggi che si distinguono gli uni dagli altri per il carattere che mostrano davanti alla macchina da presa. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un film davvero memorabile. E il film, è davvero memorabile. Oltre alla ottima regia di Mann e alle stupende interpretazioni dei vari attori coinvolti nella pellicola, da ricordare anche l'immensa fotografia di Charles Lang e la splendida sceneggiatura scritta a quattro mani da Frank Burt e Philip Yordan.

La donna dei sogni. Nel western c'è sempre la donna dei sogni. E, di solito, è quella più tosta, anche quando si trova in un paesino con tutti gli uomini. La donna della situazione è interpretata da Cathy O'Donnell. L'elemento contrastante è costituito dal cattivo (nel finale) della situazione. Questa ragazza sta con il cattivo. Mann cerca di mettere in posizione circolare tra questi due piccioncini un aura di protezione. O meglio ancora, vuole proteggere Lockhart dalla tentazione morbosa verso una ragazza. E' soltanto questo il motivo per il fatto che Lochkart non avanza mai a proporre di stare insieme alla ragazza. Certo, una ragazza bruna, bella, giovane, a capo di un negozio all'interno del paese e con un padre che possiede lo stesso paese e un area circolare di immensa grandezza è difficile da dominare completamente. Quegli occhi di giada, quei capelli bruni dove perfino il sole rispecchia la propria luce, quel fisico magrolino tipico dei film di quegli anni (per le donne), quella bocca poco carnosa dove poce altre bocche si sono posate. E' davvero difficile per un uomo tenere alla forte tentazione di saltargli addosso e baciarla fino alla morte. Oltretutto quando lei dimostra involontariamente il suo amore, che è pronta a lasciare il suo fidanzato per stare con lui. Non sono proprio questi, comunque, i motivi che spingono il logotenente della zona a diventare cattivo. C'entra un traffico di armi, di cui parlerò nel prossimo paragrafo.

Armi, solo armi. Le armi sono il simbolo della guerra, della morte e di tante altre cose che c'entrano con l'argomento armi. Di solito, in molti film western, sono presenti gli indiani di varie tribù. Ci sono i pellerossa, gli apache e via dicendo. Ed è ancora più solito che tra queste tribù di indiani e i bianchi ci sia una forte discriminazione. Gli indiani sono giudicati dai bianchi come esseri spregevoli, i bianchi sono giudicati dagli indiani come pezzi informi di una materia sconosciuta all'uomo. Basti pensare alla Trilogia Della Cavalleria di John Ford, tre film per raccontare il mito della guerra fra indiani e bianchi. Invece, in questo film si possono, in un certo senso, scambiare i ruoli. Non è la parola propriamente giusta però qualcosa c'entra. Infatti, nella pellicola in questione, c'è una contrattazione tra gli indiani e i bianchi per il traffico di armi. In questo caso, questi ultimi danno le armi ai primi. Il traffico di armi è l'evento scatenante dell'intera vicenda. Riguarda infatti sia il protagonista che l'antagonista della storia. Il primo è arrivato nel paese per indagare su un traffico di armi che ha scatenato una guerra dove il fratello di Lockhart è rimasto vittima. Infatti, per tutto il film, il protagonista vive sotto i fantasmi del proprio passato, sotto il lutto della perdita del fratello, sotto i propri sensi di colpa che non riesce a placare, nemmeno contenere. Invece, l'antagonista è quello che si occupa di curare il traffico di armi con gli indiani. I due personaggi sono legati in qualche modo onirico e sensazionale come due gemelli siamesi. Si vogliono ma non si trovano (Lockhart per vendicare la morte del fratello, il cattivo di turno per scappare e mantenersi in ombra da tutto e da tutti). Nella scena finale si intravede per qualche momento la cassa che contiene i fucili, posta sotto un albero. Se non ci fosse stata la scena finale, i fucili non li avrebbe visti nessuno.

La famiglia del possedimento terriero. Composta dal padre di famiglia, vecchio e ormai prossimo a esalare l'ultimo, rauco respiro, dal figlio severo che controlla l'intero territorio, dal logotenente anche se non è parentato con i due sopra e la donna, descritta nel paragrafo sopra. Vedendo il vecchio malandato ci viene nella mente una cosa. Ma dobbiamo davvero provare compassione per lui? Dobbiamo davvero ritenerlo come un uomo buono oppure è come suo figlio e come il logotenente? Ma soprattutto, dobbiamo davvero ritenerlo la mente malvagia dell'intera area circonferenziale che proprio esso possiede? La risposta viene data dal regista statunitense soltano quando si comincia a capire che sta per diventare cieco. I ciechi sono quelli che non vedono il futuro, ma si limitano a vedere il loro tragico passato. I ciechi sono quelli che provano a sviluppare gli altri i sensi dopo aver perso l'uso della vista. I ciechi sono quelli che provano a trovare la strada del presente. Purtroppo però, non c'è sempre qualcuno disponibile ad aiutarti nel passeggiare, a rilazarti dopo una brusca caduta, a curarti da altre malattie che non siano la cecità. E' difficile non provare compassione per un vecchio cieco. Già dal momento che si scopre che è cieco, noi spettatori si cerca di proteggere con un aura, più o meno come fà Mann con Lockhart. Anche questo è un paradosso geniale. Lo spettatore e il regista che cercano di dare le stesse emozioni a personaggi completamente diversi. Il film è geniale anche per questo, non si deve rivelare nè comico nè fasullo. Questa è una vera e propria genialata. Tornando all'analisi sull vecchio cieco, a tutti gli effetti, fino alla fine del film e ai titoli di coda, non si vede mai cieco. Ma quando il logotenente lo butta giù da un dirupo, la nostra aura protettiva svanisce. E con lui anche la cecità, che prende letteralmente il sopravvento sulle losche pupille che lo hanno caratterizzato nella vita prima della cecità iniziale. Il logotenente è un personaggio abbastanza interessante. Non solo per l'enorme protettività nei confronti del figlio del vecchio, ma anche per la completa fiducia che provoca nei confronti di quest'ultimo. Non è un ossimoro la difficoltà di non vedere prima della cecità, di dare completa fiducia a un normale uomo, di considerarlo addirittura il proprio figlio mentre il vero figlio sta ascoltando da dietro la porta. Non è nemmeno una cecità psicosomatica quella che porta alla completa fiducia del vecchio nei confronti del logotenente. E' solo una mancanza di freddezza nel completare e concludere la sua macchinosa vita, stanco e afflitto dal dolore interno per la malattia, esterno per la mancanza di amore da parte dei suoi due figli. E' proprio su questo che il vecchio viene ingannato. La completa fiducia del logotenente arriva grazie all'amore che tenta di provare, in ambito di amicizia, nei confronti del vecchio malato. Quest'ultimo, oltretutto, vorrebbe anche salvare in qualche modo Lockhart, dato che ha fatto un sogno dove un uomo magrolino (il corpo uguale di James Stewart) arrivava in città e scatenava lo scompiglio. La cecità comincia ad arrivare anche  a causa della premonizione che si rivelerà sbagliata. L'uomo di Laramie non crea scompiglio. Sono gli abitanti che tentano di fargli creare una rissa, a cominciare dalla scena del pazzo che minaccia Lochkart e, successivamente, si uccide dopo averlo incontrato. Sono tutte simbologie, pezzi di un puzzle che poi si devono ricostruire. La cecità del vecchio e la disorganizzazione dello sceriffo del paese sono evidenti agli occhi di tutti, nel non vedere tutto quello che succede attorno a loro, nel vedere che l'area comincia a diventare una landa desolata, una brughiera, una palude che assorbirà tutte le catapecchie rimaste di una società in declino. Quest'ultima verrà distrutta ancora di più dal figlio del vecchio. Scontroso e il primo che comincia a fare a botte con Lockhart, nelle saline (ai paesaggi dedicherò l'analisi nel prossimo paragrafo), bruciandogli i carri e ammazandogli i muli. Non è Lockhart che scatena lo scompiglio in città, ma il figlio del vecchio. Altro caso di quest'ultimo che rappresenta ancora una volta la cecità in persona.

Ma ci sono anche amici in questo western? La risposta è sì. Tralasciando la donna dei sogni, a cui oltretutto ho già dedicato un paragrafo, ci sono anche la ex moglie del vecchio cieco e un amico che si vede in qualche sequenza di Lockhart. Parliamo della prima. Incontrata la prima volta quando faceva a botte con il figlio del vecchio, è la persona che si affezziona di più, tralasciando la donna dei sogni, a Lockhart. Di carattere determinato e sicuro, con una circonferenza vicina al lottatore di sumo, con un cuore nobile e leale e con un odio verso il vecchio cieco incredibile. Eppure, alla fine, è proprio lei a coccolarlo quando diventa completamente cieco, è lei a curarlo mentre lui è nel letto, è lei che lo aiuta a rialzarsi nei momenti critici, è lei che risponde alle domande che ho scritto nel paragrafo sopra. Queste brevi immagini ci fanno capire quanto la donna sia più intelligente del maschio. Sà ascoltare, sà dare amore e sà fare tante altre cose. Ed è strano quando il maschio ti tradisce non arrabbiarsi e tiragli un ceffone. Il perchè stà dietro alla compassione che ho provato io, che ha provato lei, che ha provato il regista, che abbiamo provato tutti noi dinanzi a questo enorme film. Il compagno di merende (non proprio) di Lockhart è quello che si può definire adesso come un barbone. Non soltanto per la barba folta che si ritrova, ma anche per gli stracci che porta addosso, per il carattere da grezzo e il comportamento da rozzo. Si rispecchia abbastanza nella figura di un senzatetto dei giorni nostri. Anche se si vede poco nella pellicola, è un personaggio sul quale Lockhart può contare, specie per il suo humor nero che caratterizza lo spirito satirico che è presente nella sua anima.

I paesaggi meravigliosi. Come ogni degno western, anche L'uomo Di Laramie possiede scenari di vita bellissimi e stucchevoli. Si passa dal giardino con poche piante che circonda la casa del vecchio (potrebbe essere l'aura di protezione che Mann dà al vecchio cieco) al deserto incredibile e arido che caratterizza gli scenari delle lotte, passando per il terreno arido del paese, per finire alla sporcizia complessiva della prigione paesana. Quest'ultima ospita il protagonista per un certo periodo di tempo. Luogo chiuso ma non claustrofobico, dato anche le sbarre che fanno passare l'aria e la presenza amichevole (?) della guardia di turno. Ma lo scenario che non mi aspettavo di trovare nel film sono le saline. Luogo scatenante della situazione, è lì che il protagonista e il figlio del vecchio si sono incontrati la prima volta. Incontrati è una parola molto vaga e stramba, diciamo affrontati per la prima volta. Ogni singolo chicco di sale è lì per assistere non al farsi raccogliere ma al godersi lo spettacolo come spettatori silenziosi. Sono giunto a una conclusione, ho paragonato noi spettatori a quei chicchi di sale. Devo essere davvero impazzito...

Il finale dimostra quanto gli apache e i bianchi si odiano. Beccato proprio mentre tirava fuori le armi da dare agli apache da Lockhart, il lohotenente viene preso sotto tiro dal protagonista. Non lo uccide, lascia che lo ammazzino gli indiani. Al tramonto, una figura nera si allontana man mano che i secondi scorrono. Il brivido di un non bacio è arrivato da noi spettatori. L'uomo Di Laramie si appresta a tornare nel paese natio. Noi, rimpiangiamo il finale, volevamo che durasse di più questo enorme film western, uno dei migliori di tutti i tempi.

Capolavoro assoluto.

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