Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
Paul Verhoeven, che nel 1987 girava il violento cyber-poliziesco "Robocop", presenta al festival di Cannes del 2016 questo suo "Elle", di produzione Francia/Belgio/Germania e adattamento di un romanzo del 2012.
Verhoeven, con la sceneggiatura di David Birke, racconta la storia di Michèle Leblanc: una donna decisa, capo di una compagnia di videogames, separata dal marito e ancora in cerca di "avventure", nonostante si mostri fin da subito che un mascherato assalitore la violenta nella sua casa.
La vicenda è narrata in modo grottesco, sempre sopra le righe e nonostante i vari drammi presentati, ironia e provocazioni sono sempre alle porte, forse queste ultime fino all'esasperazione poichè, nonostante l'ottima interpretazione di Isabelle Huppert, secondo il film ci si dovrebbe affezionare ad un personaggio che più che vittima di un molestatore, è vittima di incontrollabili pulsioni sessuali tanto forti da farle desiderare il molestatore stesso.
Se da una parte può essere vero che una vittima di violenze finisca per instaurare un rapporto malsano di dipendenza con il proprio violentatore, da questa parte Verhoeven sembra solo interessato a provocare con la sua idea generale della donna, tanto che la protagonista ha una madre ultraottantenne con giovanissimi toy boys che le girano per casa.
La critica ha definito generalmente queste "Elle" come un capolavoro, con 1 candidatura all'Oscar, 1 premio vinto ai Golden Globes. 2 premi vinti Caesar e tante altre candidature.
Detto questo, il film è sopravvalutatissimo, sarà ambiguo, sicuramente girato con professione e soprattutto con una Isabelle Huppert capace di dominare la scena con i suoi sguardi e la sua recitazione corporea, ma "Elle" per qualcuno potrebbe essere anche un film idiota, presuntuoso, per nulla divertente, di cattivo gusto e noioso nei suoi abbondanti 130 minuti.
Voto: 4,5
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