La recensione su Florence

Mi sono accostato a questa visione sicuro di incappare in una delusione, essenzialmente per un film che possiede il richiamo da "film per signore" (anzi -come usa dire un mio amico- film per "signore con borsetta"). I due faccioni della Streep e di Grant promettevano infatti una commedia sentimental brillante di limitato peso specifico. E invece si tratta di un'opera davvero deliziosa, che ti entra nel cuore e ti diverte da morire. Un impianto molto classico per raccontare una carriera e una convivenza col dolore (potendo peraltro contare su due prove di recitazione immense). Si segue con estrema piacevolezza dalla prima sequenza all'ultima e potrebbe conquistare piu' di un tipo di pubblico, in quanto c'è sentimento, buon gusto e raffinatezza, sullo sfondo di un'America che sta vivendo la prtecipazione al conflitto mondiale. E una delle cose che piu' ho apprezzato è proprio il suo spirito vintage, questa narrazione biografica lontana ormai nel tempo che puo' ancora divertire e funzionare (alla proiezione cui ho assistito il pubblico in sala rideva rumorosamente). Anche se la vicenda della Signora Florence è carica di intimo dolore e di sofferenza. Ma tale vissuto drammatico viene magicamente coniugato dal mitico regista Stephen Frears in divertimento adottando i toni infallibili della commedia (Frears tira fuori tutta la sua capacità di creare commedie intrise di sarcasmo e ironia). La vicenda (che sembra oggettivamnere difficile da giudicare verosimile) si attiene alla pura verità dei fatti accaduti. Siamo a New York nel 1944. La ricca ereditiera Florence Foster ha scelto di dedicare la propria vita interamente alla musica, ma con solo un piccolo problema: è stonata e decisamente incapace tenicamente. E pare impossibile da credere ma costei divenne una celebrità del Bel Canto. E la Musica era la sola cosa che potesse in qualche modo consolare il suo intimo dolore e la sua insoddisfazione permanente. Per dire: la sua vita amorosa è un disastro, con un primo marito che le aveva "regalato" la sifilide, sicchè il suo nuovo sposo che ora (all'epoca del film intendo) intesse con lei un singolarissimo rapporto, del tipo che per evitare rischi di contagio i due non entrano mai in intimità, poi lui ha un'amante ma nonostante questo egli prova per la compagna un affetto gigantesco che lo porta ad appoggiarla e coccolarla in ogni modo possibile. Oltretutto lui (che le fa anche da agente e pubbliche relazioni) le vuole talmente bene che -pur consapevole della sua incapacità tecnica cerca (anche utilizzando l'arma della corruzione) di creare consenso da parte del pubblico e della critica (e intendo proprio pagare per ottenere recensioni positive). Il rapporto fra i due è improntato ad un affetto talmente "totale" che quasi intenerisce lo spettatore. Il quale spettatore assistendo alle numerosissime esibizioni canore disastrose di Florence s'ammazza dalle risate (anch'io ho riso senza ritegno). Insomma un riuscitissimo mix di biopic non privo di momenti drammatici, ommedia sentimentale e storia d'amore. Il tutto dominato dal buon gusto e dalla conclamata eleganza registica del bravissimo Frears. Ma i protagonisti non sono solo Meryl Streep e Hugh Grant (entrambi offrono due prove monumentali) ma chi cattura dall'inizio la simpatia del pubblico è il Maestro Concertatore Cosmè, impersonato da un irresistibile Simon Helberg, impagabile maschera d'attore, il quale ha la responsabilità di far sorridere e ridere lo spettatore ad ogni sua "suonata" di pianoforte. Bel film, reso memorabile da tre interpretazioni mostruosamente "alte". Uno dei migliori film di questi giorni di Festa.