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Evolution

Regia di Lucile Hadzihalilovic vedi scheda film

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La recensione su Evolution

di maghella
8 stelle

Un'isola abitata solo da giovani donne che hanno un figlio maschio ciascuna. Bambini maschi di circa 10 anni ognuno. Non ci sono uomini adulti e non ci sono bambine femmine. Questi sono gli unici abitanti di un'isola senza nome, di un villaggio che più che povero è spartano negli arredamenti e nelle usanze. L'unico pasto consiste in una poltiglia di molluschi e alghe, i giochi si limitano nei bagni al mare, i vestiti sono più che semplici. Nicolas è uno di questi bambini, che durante un bagno nel mare, mentre si immerge nelle profondità scopre il corpo di un bambino morto sul fondale con sopra una stella marina rossa. Quando cerca di avvisare la madre della sua macabra scoperta, questa non pare dargli troppa importanza, dando la colpa agli scherzi che il mare produce con le luci e le ombre dei fondali. Nicolas però rimane convinto di quello che ha visto. Intanto sia Nicolas che gli altri bambini si ammalano misteriosamente e vengono ricoverati in una lugubre clinica gestita da sole donne dove gli vengono praticate strane operazioni chirurgiche. Prima del ricovero Nicolas scopre un misterioso rito che le donne dell'isola fanno in gran segreto durante la notte e delle strane malformazioni che sua madre (ma non solo) ha sulla schiena.

Un film di grande impatto visivo e di straordinario fascino questo di Lucile Hadzihalilovic. Sospeso in un tempo imprecisato, la giovane regista francese ci racconta dello strano mutamento di una razza che viene dal mare. La vita è nata dal profondo del mare, e da lì può solo arrivare una nuova specie ibrida. Le donne dell'isola non sono sirene, ma strane creature nate come mutazioni da stelle marine. Hanno rapito i bambini? Li uccidono? Per cosa? Come si riproducono? Come sono arrivate sull'isola? Tutte queste domande via via che il film scorre lentamente, cadono una a una e non perché a tutte vi è una risposta precisa, ma perché l'autrice del film ha la capacità di affascinarci su altro. La forza della natura che imita ciò che già conosce per riprodursi in maniera nuova, incurante se questo può provocare la morte di ciò che già esiste. Questo in poche parole il sunto del film. La mutazione della razza più forte a favore di quella più debole che non è comunque disposta a cedere il passo. Ma qualcosa non funziona come dovrebbe quando una delle infermiere si incuriosisce dei disegni che Nicolas continua a fare in gran segreto durante il suo ricovero. Sono disegni da bambino che raccontano di una vita lontanissima dall'isola: una ruota panoramica, un viso di donna sorridente e dai colori accesi. La giovane infermiera rimane colpita dalla voglia di vivere che Nicolas ha e dal suo attaccamento alla vita e cerca di salvarlo dalla sorte che l'attende. Il destino di Nicolas e dei bambini dell'isola è segnato, e quando anche lo spettatore ne viene a conoscenza, l'impatto è fortissimo e di grande effetto.

Una favola nera, da vero autore, anzi autrice. Attenta ai minimi dettagli, ad un linguaggio visivo minimale, ai particolari precisi e indispensabili per rendere unica questa storia che mi ha affascinato minuto dopo minuto. Non è certo un film semplice per via di un ritmo lentissimo e implacabile nel mostrare tutto ciò che accade. Ma anche le mutazioni per le evoluzioni della specie lo sono e quindi trovo questa scelta narrativa più che motivata. La natura ha mille facce e trova sempre un modo per riprodursi, anche quando le situazioni ambientali non sono più ottimali. Si può fuggire a questo? È con questa terribile domanda che il film ci lascia, proprio quando personalmente non volevo che mi lasciasse più. Finalmente ho visto un film degno di questo nome, coraggioso nell'affrontare con la sensibilità dell'artista una tematica forte che mi ha sempre affascinato e incuriosito.

 

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